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Trento. | 549 |
Popolo Rendenese. [Errore di tal Cronica.] E tal Leggenda confermasi dalla Pittura, che per sopra si vede in consonanza: benche il computo della Cronica sia errato, per colpa, crederei, di chi dipinse; ponendosi l’anno 429. in vece di 780. in circa, nel qual tempo visse Carlo Magno, come consta di fatto. Implicando anche il nome del Pontefice Urbano; mentre non si legge, che tal Papa fosse al tempo di Carlo Magno; sì che non passando per in tutto autentica una tal Cronica; io la lascio tal quale la trovai, e la cito con riserva. Fuori di questa Chiesa stanno dipinti à guazzo li Trionfi di Morte con altre Figure. Dietro al Cimiterio nel Cengio, intesi essere un' Anello di Ferro da legarvi le Barche in tempo, che Val Rendena era Lago: ma non l’ho per credibile.
[Chiesa di S. Zeno, e sua antichità.] L’altra è la Chiesa di S. Zeno, in eminenza d’un Colle sopra Peluco, e si tien la prima Chiesa, che in Rendena si fondò dal prefato Carlo Magno doppo havervi demolito Castel Peluco, che vi stava in poter d’un certo Pagano, ò Giudeo per nome Catanio convertito alla Christiana Fede. Qual Castello si disse Peluco, quasi Penes Lucum; dall’esservi stato vicino un antico Bosco, dove forsi hoggi è la Villa per à punto nomata Peluco. Hor detta Chiesa, ch’è tutto all’antica, ottenne da ciascuno de’ 7. prefati Vescovi 40. giorni d’Indulgenza per ogni dì in perpetuo, come di tutto si mentiona nel precitato Diploma, ò Privileggio, di cui, oltre la Leggenda su’l Muro, hò visto anche la Copia autentica in Pergamena, e intesi ritrovarsi l’Originale in Val di Sole, si come viddi le vestigia di detto Castel Peluco, che tutt’hora vivono, scorgendosi ancora la Contrascarpa.