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192 DISCORSO SUL TESTO DEL POEMA Di DANTE.

da sè, e che da quando le mancarono armi, armeggiò a vitu- peri, il solo rimedio, benché l’estremo - se pur mai v’è rime- dio - fors’è di assennare ciascheduna città a persuadersi che non ha troppo da millantare su le altre:

E cortesia fle loro esser villano.

Pur s’anche Dante in questo pensiero era savio , non avrebbe egli pazzamente, o a dire più giusto, l’avrebbe egli mai posto ad effetto, se mentr’ei cvedevasi vile agh occhi degl’Italiani *, avesse mandato fuori il Poema, a predicare acerbissime verità esagerate a ogni modo, e roventi di atrocissima satira? Oggi chi mai, che dicesse altrettanto, e non fosse accompagnato di eserciti, traverserebbe impunemente l’Italia disarmata com’è, ed incallita a udire ogni posa? Ma Dante v’andava profugo, quando patrizj, e preti, e poltroni correvano armati dì e notte a tru- cidarsi talor per parole ingiuriose a’ municipj e alle ville. E senza pur lapidare l’ammonitore, gli avrebbero rammentati i tre bandi di venditore della giustizia nella sua patria. Bensì la severità della satira fu perdonata su la sepoltura di Dante ; e quando niun uomo poteva fai-ne vendetta, tutti vi trovarono armi affilate a difesa e offesa contro a’ loro nemici ; né forse senza quelle invettive il Poema sarebbe stato sì popolare in Italia. Inoltre, ascrivendo la depravazione de’ costumi alle lun- ghe guerre profane della Chiesa per usurpare la potestà tum-



e a tollerarli.

LV. Diresti che il Poeta sentisse dall’alto il debito d’appli- care inesorabilmente l’assioma apostolico : - In Dentate com- peri, quia non est psrsonarum acceptor Deus ’. - Non perdona né a’ ciechi di rqente, che naturalmente non possono vedere la verità ; né agli uomini buoni e di nobile anima, se hanno talor traviato ; né agli amici suoi , né a’ benefattori , di che or ora dirò : e quasi provocando il genere umano, intima in nome de’ cieli la dannazione eterna anche a principi lontanissimi, alcuni de’quali per avventura non l’udirono mai. A Odoardo d’Inghil- terra e Roberto di Scozia rinfaccia il furore di non contentarsi de’ loro dominj ; * e ad Alberto Imperatore V usurpazione di


1 Vedi dielro, sez. XXIV.

2 Purgatorio, XVI, 115, segg

3 Act. AposU, X, 3i; Pauli, Epist. ad Rom., II, H; Ad Gal, II, 6 ; Epìies-t VI, 9; Coloss., 3, 25. Pelri, Pr., I, 17.

4 Pur loda Odoardo nel Purgatorio, VII, 130-132, se pure il verso ha da stare con la Nidobeatina:

Questi ha ne’ rami suol migliore uscita. Le altre edizioni leggono minore, di che vedi il Lombardi; ed io mi sto con mi, perchè infatti Odoardo I fu grande i^r-^iripe « *ggittnsc, il paese Ui Galles

Il Inghillerra.