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SUL TESTO DEL POEMA DI DANTE. 203

parola della citazione latina, stanno né più né meno nell’opera maggiore del Tirabosclii. - « La Nina Siciliana è forse la più » antica fra le poetesse italiane. La lode di essere stata la prima » può forse contrastarsi a Nina da Gaja figliuola di Gherardo » da Camino, probabilmente quel Gherardo medesimo che in- » siem co’ suoi figli fin prima del 1254 accoglieva amorevol- » mente i poeti provenzali : e forse perciò viveva fin d’ allora » Gaja di lui figliuola. Or ch’essa fosse coltivatrice della volgar » poesia, benché da ninno nominata finora come poetessa, l’ab- » biamo dal commento manoscritto di fra Giovanni da Serra- » valle; » - e qui allega il passo latino ’. - Però nel volume seguente dichiara : - « Io non so se l’autorità di questo scrit- » tore (fra Giovanni da Serravalle) basti a persuaderci di questi » fatti. Ma, ciò non ostante, trattandosi di cosa da niun altro, » ch’io sappia, con tai circostanze narrata, e di uno scrittore » che, benché lontano di un secolo, potè nondimeno conoscere » chi era vissuto con Dante , mi é sembrato di non doverne » tralasciare il i acconto *. » - Così l’eruditissimo illustratore verso il 1318 vede l’Alighieri trattare fami gli arme nte col padre d’una donna, la quale settant’anni innanzi, se stiamo al Tira- boschi, aveva nome di poetessa.

LXIII. Ogni qualvolta poche parole estratte da un libro , essendo allegate eg:ualmente da più d’uno scrittore, producano date d’anni distanti tra, loro, chi sarà mai che non dubiti della veracità del testimonio, e del giudizio di chiunque ne fida? Infatti , che un uomo nel 1416 - e fra Giovanni scriveva in quel tempo - possa narrare aneddoti uditi da tali, che ave- vano conosciuto un uomo morto nel 1321, pare uno de’ casi appena possibili , e certamente assai rari nelF età de’ mortali ; ed é insieme uno de’ canoni pericolosi di critica a chi non gli usa con le cautele del Tiraboschi. A me, volendo pur imparare il vero dall’esperienza, non é venuto mai fatto d’udire alcun Inglese che m’accertasse di potere trovare fra’ vivi un unico individuo che abbia veduto Newton, il quale moriva non sono ancora cent’anni. Né so che fra Giovanni si vanti di avere par- lato a’ contemporanei del Poeta; bensì, - « che attendendo alle » faccende del Concilio Generale in Costanza, traduceva e il- » lustrava la Divina Commedia in latino per compiacere al car- » dinaie Amedeo di Saluzzo , ed a’ vescovi di Salisbury e di » Bath, che ne 1’ avevano richiesto ; e in dodici mesi e sedici 5> giorni, die mano e fine a ogni cosa ^ » Anche il cardinale italiano, e due vescovi inglesi agli occhi dell’editore dottissimo del codice patriarcale si trasfigurano in prelati tedeschi ’’. Per


i Sloria della Letteratura Italiana, voi. IV, pai?, mi, e h nota (a).

2 Storta della Letteratura Italiana, voi. V, pap. 478, noia (a).

3 /yi, voi. V, pug. 496, segg., nota (a), dall’estratto della Lettera dedicatoria di fra Giovanni.

4 Vedi qui dietro, sez. LXII.


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