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DISCORSO SUL TÈSTO DEL POÈMA DÌ DA^TE.

una copia intera dell’ Opera ’. Ne’ tredici canti del Paradiso ch’essi temevano, o dicevano smarriti, le invettive a’ Papi sono più libere e più veementi. Nota che in uno di que’ canti san Pietro consacra il Poeta, e gì’ impone di evangelizzare la verità, per purificare la religione « dagli adulteri; » —

E tu, flgliaol, che per lo mortai pondo Anco giù tornerai, apri la bocca, E non nasconder quel eh’ io non nascondo «.

Pur mentre ei si moriva, la fortuna imponeva a’ suoi figliuoli di dissimulare. Dove e quando, e per quali espedienti venisse lor fatto di palesare il Poema, non ho prova, né indizj da ri- cavarne un’ unica congettura. Ma le ragioni che strinsero il padre al secreto , erano^più imperiose a’ figliuoli e agli ospiti suoi. La preponderanza de’ Papi in quegli anni fece sentire a’ dittatori diversi della Romagna eh’ erano sudditi ; ^ e ne seguì l’esilio, e la moite del Signor di Ravenna : e bench’ al- tri forse ne dubiti, io credo che Dante andò a chiedere i Ve- neziani d’ajuto, « e morì tornato d’ambasceria da Vinegia in » servigio de’ Signori da Polenta con cui dimorava*. » L’indole e lo stato dell’ animo di Dante in quella condizione di tempi, mi farebbero presumere vero, ch’ei si moriva accorato, perchè i Veneziani per odio a Guido loro nemico non si smossero mai dal decreto di negargU udienza". Se non che è circostanza aggiunta da testimonj più tardi, e amplificata da chi la ridice ascrivendola ad un:i giierra fra la Repubblica e Guido; di che non trovo memoria in quegli anni. Bensì i Veneziani non molto innanzi, sotto colore di liberare Ferrara dalle risse civili e dalla tirannide, se n’erano insignoriti*. Clemente Vii dichiarò usur- patori del patrimonio ecclesiastico , e infami sino alla quarta generazione, scaduti d’ogni loro avere in tutti i porti di traf- fico; d’ogni eredità nella loro patria; d’ogni diritto di far te- stamento; schiavi di buona preda in ogni terra abitata; e ineritoria la guerra, la crudeltà, e il tradimento a disperderne la posterità e la memoria ^ Il decieto santificava la rapina; onde i principi, da quelli in fuori che non erano battezzati, se ne fecero esecut ri *. 1 Veneziani , essendosi redenti a fatica dalla scomunica ( e dicono che il loro ambasciadore , cammi- nando con piedi e mani a guisa di quadrupede agli occhi del


i sez, xxvi-xxvni.

2 Paradiso, XX VII, t4-66.

3 Annali d’IlaUa, an 132 \

4 Gio. Vill.ini, iib. IX, 133

6 Filippo Villani, Giannozzo Manetti, ed altri presso il Mchus, VitaAmbr^ pag?. 167-17 .

6 Annali d’Italia, an. 13 9.

7 Bolle vonìificie, voi. ili, parte 2* pagg 118-120, Roma, 1741.

8 Mulini, Storia civile e politica del Commercio de’ Veneziani, voi. V, Vìi). Hit cap. I, scgg.


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