Pagina:Ultime lettere di Jacopo Ortis.djvu/339

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SUL TESTO DEL POEMA DI DANTE. 33l

gliati a prestare obbedienza alla potestà temporale del Papa, que’ versi che nel Poema rivelano le loro colpe , risuonereb- bero, credo, de’ loro meriti ’. Tuttavia questi due guerrieri Ghi- bellini della Romagna erano Angeli di luce, verso del Re di Sicilia, che aveva ereditato il nome di Federigo II, e quella poca parte de’ suoi dominj in Italia che il Papa non aveva aggiudicato a’ Francesi. Bonifacio VIII l’ebbe per invasore; mandò Carlo di Valois alla conquista della Sicilia; e Federigo, anziché opporre l’armi e i diritti, riconobbe vilmente il decreto do’ Papi, si confessò feudatario, e promise di arricchire il te- soro apostolico di tre mila once d’oro alla fine d’ogni anno’’ Di ciò l’annalista d’Italia si tace. Quel della Chiesa ne fa trionfo ; e, citando il trattato, allega anche in prova de’ diritti ecclesiastici, come il successore di Bonifacio Vili intimò: — « che se Federigo persisteva a datare il suo regno dall’ anno » eh’ egli cominciò a governare i suoi popoli, anziché dall’anno » eh’ ei fu dichiarato monarca legittimo dalla Chiesa, incor- » rerebbe nella pena di ribellione *. » Federigo s’ aggiunse ob- brobrio, facendosi moglie una principessa de’ Reali di Napoli, e promettendo la successione della Sicilia a’ Francesi ^. l so- spetti, i tradimenti e gli assalti fra’ principi confinanti e pa- renti, e che vicendevolmente accusavansi di usurpazione, rife- cero ghibellino il Re di Sicilia; ma non potè mai redimersi agli^ occhi de’ prcipugnatori dell’Impero: e il Poeta pare che non’ degni di riparlarne, se non per insegnare che la codardia de’ principi tralignanti fu sempre l’origine pessima d’ogni ser- vitù alle nazioni. A Federigo d’Aragona cosi infamato a ogni poco, e rimproverato a viso aperto di non possedere de’ suoi grandi antecessori « nulla, dal regno in fuori ^, » non credo che Dante mai dedicasse alcun’opera sna, né potesse mai pre- vedere ch’altri gli avrebbe apposto d’avervi pensato.

CLXXIV. Se il Boccaccio vedesse le lettere Dedicatorie della. prima Cantica a Ugoccione Signore di Pisa, e della seconda a Morello Malaspina, non so ; ma non l’asserisce : e dal modo con che si libera della questione, diresti che gli rincrescesse del- l’ imprudenza d’averla toccata. Niun altro innanzi alni nominò quelle lettere; ninno, fra quanti le hanno poi ricordate, s’ at- tenta di dire di averle trovate; come che forse negli scarta- facci di Mario Filelfo si stiano in alcuna biblioteca aspettando editori innocentemente complici dell’impostore. L’ essersi smar- rita ogni carta qualunque di mano di Dante , e fin anche le


1 Sezz. CXIV.CXVII.

2 Raynaldus, Aimali Ecclesiastici, ad an. 1302, n. 1, seq.

3 Loco citalo, ad an. 13(i3, n. 49, seq.

4 Muratori, Annali, an. 1302.

5 Jacopo e Federigo hanno i reami ; Dei retaggio miglior nessun possiede.

Purgatono, VII, US.

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