Pagina:Ultime lettere di Jacopo Ortis.djvu/342

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DISCORSO SUL TÈSTO DEL POEMA DI DANTE.

CLXXYI. Ragguaglia accidenti senza ragione o numero tempo, chi fantastica il come le carte vadano dimenticate confuse e appiattate e raminghe nel mondo. Né per custodi né per archivj verrà mai provveduto che molte non si dile- guino. Il Doge Foscarini ne ha fatto prova in Venezia, dov né commozioni popolari, né conquista di forestieri, né arbitri di principi hanno mai disordinato gli archivj ; e nondimen cercò senza frutto assai documenti, che pur dovevano esservi ma non vi apparivano K Firenze invece dall’ età del Poeta a regno di Cosimo I Granduca, fu preda di democratici, d’ari- stocratici, di dittatori, di Papi, di Cardinali, di frati, e tirann legittimi e bastardi, così che per disperazione crearono Crist Gonfaloniere perpetuo del popolo ; ^ e tutti manomettevano ogn cosa pubblica, e s’insignorivano d’ogni scrittura*. Poscia CO’ Simo I, e gli Spagnuoli suoi padroni, non so se abolissero ogn documento che potesse mai ricordare la libertà , ma di cert facevano ardere quanti libri potevano nuocere alia memori! de’ Medici ¦*. Stipendiavano storici che risiedevano negli archivj donde forse più d’ uno arricchiva il suo museo privato di cart preziose a’ posteri ; e n’ ho agli occhi taluno — ipse appellai studium; amici ejus, morbun et insaniam ; alii^ latrocinium. - Comunque si fosse, non v’era da ritrovare di Dante più ch^ le lettere. Chi disse mai, o poteva mai dire d’ avere veduti i] Firenze gli autografi d’una sola delle Opere sue? Questo ( innegabile, che, quantunque le prime copie della Commedia no] uscissero fra’ Fiorentini ; e le prime, e le altre sino a’ di no- stri scendessero tutte dal testo procacciato da’ figli sovra gì originali del padre, non uno de’ mille e più codici Romagnuoli Lombardi e Toscani, e quindi ninna edizione di stampator preservò il titolo decretato dall’autore : — Lilri titulus est,

Incipit Comoedia Dantis Allagherii Florentini nationb non moribus ".

Da questa mutilazione antichissima esce un indizio, che l’au- tografo non fu compilato puntualmente. L’ iscrizione in front alla Dedicatoria, del Paradiso non è diversa; e verosimilmenti non meno infami a’ suoi concittadini leggevansi le due lettori intitolate, l’una al principe de’ Ghibellini Toscani, e l’altra i Morello, o com’ io presumo, a Spinetta de’ Malaspina; ® e ven- nero occultate dopo la morte di Dante, si che forse il Boccac-


1 Foscarini, Letteratura Veneziana, spesso.

2 Segni, Vita di Niccolò Capponi

3 Davanzali, Orazione in morte di Cosimo I, pag. 19i, ed. Mil.

4 Discorso sul Testo del Decamerone.

5 Dedica a Cane della Scala, pag. 470.

6 Qui dietro, sezz. LXXXIV.LXXXVUI.