Pagina:Ultime lettere di Jacopo Ortis.djvu/350

Da Wikisource.

DISCORSO SUL TESTO DEL POEMA DI DANTE.

ficientemente domanda a’ naturalisti da otto in nove mille anni. Rimutò nomi, dimostrazioni ed applicazioni, e fu detta Amore; e Armonia; ed Attrazione ; ed oggi Ipotesi de’ Dinamici, ?i’ qunìì lo cose tutte sembrano concatenate in guisa che la forza del moto di qualunque degli anelli propaghisi dall’uno all’altro, e tenga in oscillazione eterna il creato ; così che ogni atomo su la terra risentesi de’ moti d’ogni altro globo, e li seguita d’ora in ora e di momento in momento. Venne perciò di necessità la teoria del Primo Motore, illustrata primamente da Anassagora ’ accolta dall’universalità de’ filosofi, da pochissimi in fuori ; ed è l’unica essenza etema di tutte le religioni, perchè è piantata nell’umana natura. Anche gli Aristotelici sostenendo l’etern’.tà della materia, ed escludendo un creatore , riconoscevano nella prima causa del moto la Deità. Altri ascrivendo natura pro- pria e leggi diverse a ogni cosa, e negando ogui cagione for- tuita, e di questi è il poeta, conciliarono l’idea di moto con le idee di Armonia prestabilita, di Intelligenza ordinatricf, di Causa delle cause, di Spirito animatore, di Provvidenza, e di Tutto è Dio.

CLXXXIIT. Le parole, frequenti nella Scrittura, ~ Spiritus Dei ferehalur — Spiritus Domini replevit Orhem terrarum — Cosium et Terram Ego impleo"^, rispondono alla poesia di Vir- gilio :

Principio coelam ac terms, camposqae liquentes, Lucentenique globum Lunae, Titaniaque astra Spiritus intns alit, totamque infusa per artas Mens agitat molem, et magno se coì’pore miscet. Inde hominum pecudximqne genus, vitaeque volanlnm, Et quae marmoreo fert monstra sub aequore ponlus. Jgneus est ollis vigor et coelesUs origo Seminibus, quantum non noxia corpora tardant. Terrenique hebetant artus, moribundaque memb:ir *.

Dante, il quale più che Stazio avrebbe potuto dire a Virgilio : Per te poeta fui, per te cristiano*

serbando tutta quella dottrina, la esalta e la illumina a nobi^ litare la religione.

La gloria di Colui che tutto muove, Per l’universo penetra e risplende In una parte più e meno altrove.

Nel Ciel, che più della sua luce prende, Fu’ io


1 Mentem initium esse motus. Diogenes Laertius, lib. II, sect, 8,

2 Genesi, 1, 2; e altrove spesso:

La mente

Di che tutte le cose son ripiene.

Paradiso, XIX, 53.

3 ^neid., lib. VI, 724, segg. « Paradiso, I, 1-5.