Pagina:Ultime lettere di Jacopo Ortis.djvu/366

Da Wikisource.

DISCORSO SUL TESTO DEL POEMA DI DANTE.

sconosciutissimo a’ Commentatori tutti quanti sino a’ giorni del Volpi, era pur noto all’Anonimo, come se il libro antico dov’ è nominato gli fosse stato additato da Dante. — « Brisso » con false dimostrazioni volle dal circulo trarre proporzio- » nalmente il quadro, del quale tocca Aristotile nel libro delle » Posteriora ’ » Finalmente, molti de’ dubbj metafìsici e dot- trinali che gì’ interpreti, per non averli originalmente pensati da sé, e non poterli intendere a un tratto, sono costretti a spia- nare con lungo discorso, e lasciarli intricati a ogni modo, escono dalle brevi parafrasi dell’Anonimo schietti e sicari come se fossero ridotti a definizioni dalla mente che avevali medi- tati a condensarli in sentenze e rivestirli di poesia *. Lo stile altresì del Commento rifiuta gli idiotismi, e persevera nella pre- cisione grammaticale, doti perpetue delle prose di Dante.

CXCIII. Adunque finche lume di ragioni desunte da fatti non mi disinganni, presumerò che le pili di quelle dichiara- zioni venissero a’ domestici del Poeta in parte dalla viva sua voce, e in parte da’ suoi manoscritti, quand’ esso ebbe in animo di interpretarsi da sé ; * ma non in lingua latina, « perchè non » sarebbe stata serva conoscente né obbediente d’ un Poema » in volgare *. » Se Jacopo suo figliuolo, o quel da Bologna, o altri chiunque si fosse, mettesse insieme il volume, e con quanti guasti dalla penna d’ abbreviatori e di amanuensi e glossatori successivi arrivasse sino a’ di nostri, gli uomini dotti che hanno opportunità di leggere il codice intero e stimarne 1’ antichità e riscontrarlo con gli altri ascritti a diversi coetanei di Dante, sapranno accertarsene; — e sopra ogni cosa, se v’è in tutti o in alcuni la formola di fede tradotta da Alberigo di Rosate , per la quale provvedevano a’ loro pericoli rinnegando quanto il Poeta aveva mai scritto contro a’ Pontefici ^. Di ciò ad ogni modo l’Anonimo lasciò indizj patenti nelle prove d’ ingegno eh’ ei fa a disviare dalla prima allegoria del Poema le vere significazioni della Lupa e del Veltro. Bensì iiel processo , e dopo sessanta e più canti, s’attenta di mostrare, e più a cenni che a detti, le prime allusioni ch’egli aveva dissimulate, ma che corrispondono in tutto a quelle eh’ ei spiega liberamente ".


1 Volume citato, pag. 505.

2 Vodi , fra le altre V esposizione della teoria intorno alla generazione od agii organi del corpo umano, e della infu ione dell anima e della loro sepa razione per morte. Purgatorio , XXV, 104-108. Edizione Fiorentina , voi. IV, pagg. 147, segg.

3 Dedicatoria a Cane della Scala, pag. i7i).

4 Convito, pagg. 77, segg.

5 Ipse etiam dominus Jacobns commentalor hujus Comoediae in fine operi» sui scriba, et priidenUr, et bene scribit, qnaecunque scripsit in P. (Papas o forse Pastores) Sanctae Ecclesiae Catholkae Romanac. Aposlolicae, quae cani ipsa concordant, et reprobans omnia, quae sunt coatra determinationes ejasdem Ec- clesiae, et ea voluit haberi prò non dictis, et scriptis : sic bonus , et Càtholicus , et fidelissimus Chnstianus.. — Presso il Salviati , iwerfimertfj , volume I,


agg. 221, segg.

6 Vedi qui dietro, sez. CLXXXIX.


DISCORSO