Pagina:Ultime lettere di Jacopo Ortis.djvu/382

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Discoii^;o sul testo del poeàìa di dan-^k.

una ad una le opere dell’Alighieri e ne hanno dato giudizio. Che ove pur quelle rime correvano anche all’età di quei vecchi, la lingua e le idee inettissime gli assennarono a tenerle non degne di Dante. Or non trovandole nominate se non da forse un cento e più anni dopo la morte di lui , vorremo noi affer- mare ciò che gli storici suoi concittadini e biografi e critici men lontani dal suo secolo tacquero, e disprezzare il testimo- nio patente dell’assoluta diversità dello stile, e conoscendole per inezie attribuirle al sommo Poeta a ogni modo? E non è scrit- tore antico moderno, per poco di grido ch’egli abbia, al quale non siano apposte opere delle quali ei sentirebbe vergogna se fossero sue ; e anche oggi e sempre gli autori per prezzo e i libraj ne fanno mercato. Un conte di Camarano ridusse la Qismonda del Boccaccio a tragedia, la nominò Tancredi e la pubblicò; e un istrione in Parigi un anno innanzi l’aveva già ascritta a Torquato Tasso, vivente; ed è da vedersi stampata *. Al Boccaccio per più secoli, e da più generazioni d’Accademici della Crusca fu attribuito l’C/ritz^JO, finché ristampato ch’ebbero per tre volte il loro Vocaiolario, s’avvidero ch’era d’altri ^. Il Petrarca si duole spesso di rime italiane attribuitegli; e a’ suoi versi latini avvenne anche che da un dottissimo critico, impa- ziente di dir cose nuove , furono attribuiti a Silio Italico. E quanto i secoli sono meno inciviliti , e i lettori critici rari , e gli scrittori rarissimi, tanto più la fama popolare tende ad at- tribuire ogni scrittura senza nome a un nome celebre; e quindi Òmero era fatto autore da’ primi Greci d’opere molte, e le più d’età molto più tarda. Comunque , di quelle rime apposte a Dante, alcune sembrano antiche inventate forse e aggiunte per dura necessità da’ primi compilatori de’ Codici tanto che gio~ vassero di passaporto al Poema, com’è quel Credo in via di Capitolo :

Io scrissi giji d’amor più volte in rime Quante più seppi dolci, belle e vaghe *,

E vi fu aggiunto di nuovo conio un Magnificat, così rimato da esso; — inoltre, i Salmi penitenziali, non so di che tempo, e la congettura, — « ch’ei, pentito de’ suoi peccati, si tradu- » cesse tutto il Salterio ; » e la notizia « d’un codice prezioso » col titolo : Qui comincia el trattato della Fede Cattolica com- » posto dall’egregio e famosissimo Dottore Dante Alighieri, Poeta » Fiorentino, secondo che detto Dante rispose a Messer Vln^ui-


1 Zeno, Annotazioni alla Bibliot. del Fontanini.

2 Tavola de’ testi ed autori diati nella quarta ediz. del Vocabolario della Crusca.

3 Questo Credo, e i Sette Sacramenti, i Sette peccati mortali, i Dieci Coman- damenti, il Pater noster e [’Ave Maria, tutte in rime alla Irista, furono attri- buiti a Dante per la prima volta, a quanto io mi so, nell’edizione Nidobeatina* e poi trascurati.