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302 GIORNALE DELL'INGEGNERE


Una città al ventesimo secolo.


Sicuri d’incontrare l’aggradimento de’ cortesi Associati riproduciamo il seguente articolo dell’interessante giornale torinese l’Inventore, che il tradusse dalla Presse, come si raccoglie dal premessovi cenno.

— Stimiamo opportuno di presentare tradotto un brillante articolo pubblicato sulla Presse nel p. p. mese, ove si fa una rassegna delle principali mutazioni che debbono prodursi nell’industria e nella vita sociale del ventesimo secolo in grazia della piena attivazione di molti ritrovati moderni che trovansi tuttora in uno stato embrionale. —

»Le importanti scoperte, che rendono il diciannovesimo secolo uno dei più grandi nella storia, non avrebbero significato alcuno, se non dovessero condurre gli uomini ad uno stato sociale ben superiore a quello d’oggidì. La produzione industriale, coll'ajuto del vapore, è fondata sulla libertà di lavoro, è capace essa sola di realizzare un tal risultato. Per rendere il nostro pensiero più chiaro, compariamo le nuove grandi città della moderna civilizzazione, quali sono Nuova York, Filadelfia e una parte di Londra e di Parigi, a quelle misere città del medio evo, dalle infette stradicciuole e dai vicoli ove difficilmente penetrava e l’aria ed il giorno; ove il borghese, sotto la pressione dello spavento e del terrore, esercitava fra pericoli e vessazioni la penosa sua industria. Quale profondo cambiamento non ha realizzato per queste esistenze tutte un piccolo numero di miglioramenti fatti solo nell’ordine il più stretto, quali sono quelli del selciato, della pubblica