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188 | capitolo xv. |
d’acqua bollente, mentre il signor di Montcalm interrogava collo sguardo il meccanico ancora pallido.
— Corpo di Giove!... Scherzate, mastro Dik? — gridò il campione di Cambridge.
— Non mi pare che questo sia il momento, signore, — rispose il baleniere. — Vi dico che quei signori dalla bianca pelliccia sono venuti a farci visita.
— Vi hanno consegnato il loro biglietto di visita? — chiese Walter. — Date qui.... Vedremo come lavorano gli stampatori polari.
— Andate a farvelo dare voi, se vi piace, — rispose Dik.
— Orsù, disse il canadese, — spiegatevi meglio. Dove sono questi orsi?
— Davanti alla porta. Se non mi affrettavo a chiuderla il primo entrava.
— Non avrete preso un blocco di neve per un orso bianco?
— Ah no, signor di Montcalm. Aveva tanto di bocca e certi denti da far venire la pelle d’oca al più coraggioso cacciatore della Compagnia delle pelliccie.
— Erano molti? — chiese lo studente, per nulla impressionato.
— Io non ne ho veduto che uno, ma ve ne possono essere degli altri, avendo quegli animali l’abitudine di andare accompagnati e talvolta perfino a branchi.
— Vediamo, — disse il canadese, staccando un fucile dalla parete, subito imitato dallo studente.
Aprirono uno dei finestrini più vicini alla porta e guardarono fuori.
Subito una testa comparve dinanzi a loro, alitando in pieno viso ad entrambi un fiato caldo e fetente.
— Corpo di Giove!... — esclamò lo studente, balzando indietro. — È ben un orso bianco questo.