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l’ultimo mammouth 291

caccia tutt’altro che facile, poichè se il mammouth era un animale tranquillo quando non era disturbato, diventava invece, al pari degli elefanti, terribile se assalito; poi si misero in marcia risolutissimi a scovare quell’animale che fino allora si credeva scomparso da qualche centinaio d’anni se non di più.

Le larghe orme si dirigevano verso un picco isolato, contornato da colossali ice-bergs alla sua base e che probabilmente doveva essere un isolotto.

Giunti a duecento metri, i tre cacciatori, con loro non poca sorpresa, scopersero due traccie.

Una si dirigeva verso ponente del picco e l’altra verso oriente. Erano due i colossali pachidermi od uno solo che aveva girato e rigirato intorno agli ice-bergs?

— Dik, — disse il canadese, — se vi trovaste dinanzi ad un simile animale, avreste paura? —

Un sorriso quasi sprezzante spunto sulle labbra dello chaffeur.

— Un uomo che ha ucciso più di venticinque balene può affrontare un elefante, a qualunque razza appartenga, — disse. — Gli sparerò dentro il naso.

— Allora voi girate il picco verso ponente, mentre noi lo gireremo verso levante e se lo trovate spingetelo contro.

— Va bene, — rispose l’ex-baleniere.

Accese la sua pipa, quantunque avesse poche probabilità di fare molte tirate, in causa del freddo sempre intensissimo, e si allontanò col fucile sulle spalle.

Il canadese e lo studente, dopo aver esaminate nuovamente le orme, si misero a loro volta in marcia, girando il picco in senso contrario.

Un’ardore bellicoso animava entrambi. La prospettiva d’una caccia così colossale li esaltava, unita alla grande curiosità di vedere, ancora vivente, un animale appartenente alla razza an-