Pagina:Una sfida al Polo.djvu/303

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l’ultimo mammouth 297


— E voi dite che un tempo erano numerosissimi in queste regioni?

— Non solo qui, bensì, ma in Siberia e perfino allo Spitzberg.

— E perchè sono scomparsi? Distrutti a poco a poco dal freddo o dalla fame?

— No, gli scienziati danno una versione ben diversa. La causa che ha determinate la fine di questi colossi, che secoli indietro dovevano essere numerosissimi, a giudicarlo dalla grande quantità d’ossami che si scoprono continuamente, specialmente in Siberia, la si deve cercare nel movimento dei ghiacciai.

Rotolando questi, attraverso le valli, continuamente dei massi, vi formavano delle vere trappole sulle quali i mammouth si arrischiavano per cercare i muschi ed i licheni dei quali avevano bisogno per nutrirsi.

L’enorme peso degli animali sfondava quelle croste di ghiaccio ed i disgraziati precipitavano in gran numero dentro quelle trappole senza poter poi più uscire.

Infatti tutti gli avanzi dei mammouth si sono sempre trovati a dieci e perfino a quindici metri sotto lo strato attuale del ghiaccio.

Dik, andate a prendere un paio di scuri e tagliate un pezzo di proboscide, — continuò il canadese, volgendosi verso lo chaffeur. — Noi l’assaggeremo, è vero Walter?

— Ve la preparerò in salsa piccante.

— Come vorrete, amico, — rispose il canadese, ridendo.

Mezz’ora dopo i tre uomini tornavano al treno reggendo a grande stento mezza tromba del disgraziato animale, la quale non pesava meno di centocinquanta chilogrammi, aumentando così considerevolmente le loro provviste diventate già piuttosto scarse.