Pagina:Varon milanes.djvu/51

Da Wikisource.

53


che Batuo, is appresso i Latini è l’istesso che Verbero, as, cioè battere.

Belee. Cosa di qualche bellezza apparente per dar in mano a’ figliuoli. Viene dal Greco Βῆλος, che significa Astrum, poichè qual cosa più bella, più lucente, e che più tenga l’occhio fisso del figliuolino, che la stella? e perciò per una certa similitudine diciamo Belee, quasi una bellezza simile a quella d’una stella: e che sia il vero si dice propriamente d’una cosa lucida come specchio, vetro, denaro, oro, argento ec. Quindi è traslato ancora quando diciamo Belin ad un bambino, sgnificando ch’egli sia bello, e lucido. Sebbene questa voce Belin la deriva il primo Autore dal nome Greco Βερὴς, qual significa fugitivus, bella derivazione in vero tratta dalla consuetudine de’ figliuolini, i quali scherzando fuggitivamente sempre vanno correndo or qua, or là.

Belitran, e Belitron. Un uomo grande, ma da poco. È tolto dal Latino Balatrones, id. Homines nihili, che così Varone l’intende.

Bettegà. Balbettare, balbuzzire, non esser sciolto nella lingua. Viene dal Greco βήττω id. tussio, & vocem interrumpo, il che è proprio di simili persone.

Bez, nol val un bez. E’ una voce, che significa pochissimo valore. E’ tolta dal Latino Bes. Vedetelo voi appresso il Calepino, e giudicarete quanto sia bella quella derivazione.

Bicoccà. Scrollare, tremare. E’ derivato dal verbo Greco βικοκέω qual significa sono, strepo,