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ſette belliſsime. Et io reſto marauigliato, che in queſta pietra ſi ſia trouata tanta ſaldezza. Queſta Pietra, perche tiene d’albereſe piglia belliſsimo pulimento, e trae in colore di paonazzo roſsigno, macchiato di uene bianche, & giallicce. Ma le piu fini ſono nella Grecia, & nell’Egitto, doue ſono molto piu duri, che i noſtri Italiani, & di queſta ragion pietra ſe ne troua di tanti colori, quanto la natura lor madre s’è di continuo dilettata & diletta di condurre a perfetione. Di queſti ſi fatti miſchi ſe ne veggono in Roma ne’ tempi noſtri opere antiche, & moderne, come colonne, vaſi, fontane, ornamenti di porte, & diuerſe incroſtature per gli edifici, & molti pezzi ne’ pauimenti. Se ne vede diuerſe ſorti di piu colori, chi tira al giallo, & al roſſo, alcuni al bianco & al nero, altri albigio & al bianco pezzato di roſſo, & venato di piu colori: coſi certi roſſi verdi neri, & bianchi, che ſono orie͂tali. e di queſta ſorte pietra n’ha vn pilo antichiſſimo largo braccia quattro e mezzo il Signor Duca al ſuo Giardino de’ Pitti, che è coſa rariſſima, per eſſer come s’è detto orie͂tale di miſchio billiſſimo, e molto duro a lauorarſi. E cotali pietre ſono tutte di ſpecie piu dura, & piu bella di colore, & piu fine, come ne fanno fede hoggi due colonne di braccia dodici di altezza nella entrata di San Pietro di Roma, lequali reggono le prime nauate, & vna n’è da vna banda. l’altra dall’altra. Di queſta ſorte quella ch’è ne’ monti di Verona, è molto piu tenera che l’orientale infinitamente, & ne cauano in queſto luogo d’una ſorte, ch’è roſſiccia, & tira in color ceciato, & queſte ſorti ſi lauorano tutte bene a’ giorni noſtri con le tempere & co’ ferri, ſi come le pietre noſtrali, & ſe ne fa & fineſtre, & colonne, & fontane, & pauimenti, & ſtipidi per le porte, & cornici, come ne rende teſtimonanza la Lombardia, anzi tutta la Italia.
Trouaſi vn’altra ſorte di pietra duriſſima molto piu ruuida, & picchiata di neri & bianchi, & tal volta di roſſi, dal tiglio, & dalla grana di quella, comunemente detta Granito. Della quale ſi truoua nello Egitto ſaldezze grandiſſime, & da cauarne altezze incerdibili, come hoggi ſi veggono in Roma negli Obeliſchi, Aguglie, Piramidi, colonne, & in que’ grandiſſimi vaſi de’ bagni, che habbiamo a San Piero in vincola, & a San Saluatore del Lauro; & a San Marco, & in colonne quaſi infinite, che per la durezza, & ſaldezza loro non hanno temuto fuoco, ne ferro. & il tempo iſteſſo, che tutte le coſe caccia a terra, non ſolamente non le ha diſtrutte, ma ne pur cangiato loro il colore. & per queſta cagione gli Egittij ſe ne ſeruiuano per i loro morti, ſcriuendo in queſte Aguglie, co i caratteri loro ſtrani la vita de grandi, per mantener la memoria della nobiltà & virtù di quegli. Veniuane d’Egitto medeſimamente d’una altra ragione bigio, il quale trae piu in verdiccio, i neri & i picchiati bia͂chi, molto duro certamente, ma non ſi, che i noſtri ſcarpellini per la fabricha di San Pietro non habbiano delle ſpoglie, che hanno trouato, meſſe in opera, fatto ſi, che con le tempere de’ ferri, che ci ſono al preſente, hanno ridotto le colonne, & l’altre coſe a quella ſottigliezza ch’hanno voluto, & datoli belliſſimo pulimento come al porfido. Di queſto granito bigio è dotata la Italia in molte parti, ma le maggiori ſaldezze, che ſi trouino, ſono nell’iſola dell’Elba, doue i Romani tennero di continuo huomini a cauare infinito numero di queſta pietra. & di queſta ſorte ne ſono parte le colonne del portico della Rito͂da, lequali ſon molto belle, & di grandezza ſtraordinaria, & vedeſi, che nel-



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