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ARCHITETTVRA 19

ne’ capitoli della pittura. Auiene queſto medeſimo de la Pietra detta Piperno, da molti detta preperigno pietra nericcia & ſpugnoſa come il treuertino, la quale ſi caua per la campagna di Roma; & ſe ne fanno ſtipiti di fineſtre, & Porte in diuerſi luoghi; come a Napoli & in Roma; & ſerue ella anchora a’ Pittori a lauorarui ſu a olio, come al ſuo luogo racconteremo. è queſta pietra alidiſſima, & ha anzi dell’arſiccio che no. Cauaſi anchora in Iſtria vna pietra biancha liuida, laquale molto ageuolmente ſi ſchianta; & di queſta ſopra di ogni altra ſi ſerue non ſolamente la Città di Vinegia, ma tutta la Romagna anchora, facendone tutti i loro lauori, & di quadro & d’intaglio. & con ſorte di ſtromenti & ferri, piu lunghi che gli altri, la vanno lauorando; maſſimamente con certe martelline, andando ſecondo la falda della pietra, per eſſere ella molto frangibile. & di queſta ſorte pietra ne ha meſſo in opera vna gran copia M. Iacopo Sanſouino, ilquale ha fatto in Vinegia lo edificio Dorico della Panatteria, & il Thoſcano alla Zecca in ſulla piazza di San Marco. & coſi tutti i lor lauori vanno facendo per quella città, & porte, fineſtre, cappelle, & altri ornamenti, che lor vien comodo di fare; non oſtante, che da Verona per il fiume dello Adige habbiano comodità di condurui i Miſchi, & altra ſorte di pietre; delle quali poche coſe ſi veggono, per hauer piu in vſo queſta. Nellaquale ſpeſſo vi commettono dentro Porfidi, Serpentini, & altre ſorti di pietre miſchie, che fanno, accompagnate con eſſe, belliſſimo ornamento. queſta pietra tiene d’albereſe, come la pietra da calcina di noſtri paeſi, e come ſi è detto ageuolmente ſi ſchianta. Reſtaci la pietra Serena, & la bigia detta Macigno, & la pietra forte, che molto s’uſa per Italia; doue ſon monti, & maſſimamente in Thoſcana; per lo piu in Fiorenza, & nel ſuo dominio. Quella ch’eglino chiamano pietra Serena, è quella ſorte che trahe in azurrigno, o vero tinta di bigio; della quale n’è ad Arezzo caue in piu luoghi, a Cortona, a Volterra, & per tutti gli Appennini; & ne’ monti di Fieſole è belliſſima, per eſſeruiſi cauato ſaldezze grandiſſime di pietre, come veggiamo in tutti gli edifici, che ſono in Firenze fatti da Filippo di Ser Brunelleſco, il quale fece cauare tutte le pietre di San Lorenzo, & di Santo Spirito, & altre infinite, che ſono in ogni edificio per quella città. Queſta ſorte di pietra è belliſſima a vedere, ma doue ſia humidità, & vi pioua ſu, o habbia ghiacciati adoſſo, ſi logora, & ſi ſfalda; ma al coperto ella dura in infinito. Ma molto piu durabile di queſta, & di piu bel colore, è vna ſorte di pietra azurrigna; che ſi dimanda hoggi la pietra del Foſſato: laquale quando ſi caua il primo filare, è ghiaioſo & groſſo; il ſecondo mena nodi, & feſſure, il terzo è mirabile, perche è piu fine. Dellaqual pietra Micheleagnolo s’è ſeruito nella libreria, & Sagreſtia di San Lorenzo, per papa Clemente, per eſſer gentile di grana, & ha fatto condurre le cornici, le colonne, & ogni lauoro, con tanta diligenza; che d’argento non reſterebbe ſi bella. & queſta piglia vn pulimento belliſſimo; & non ſi può deſiderare in queſto genere coſa migliore. E percio fu gia in Fiorenza ordinato per legge, che di queſta pietra non ſi poteſſe adoperare ſe non in fare edifizi publici, ò con licenza di chi gouernaſſe. Della medeſima n’ha fatto aſſai mettere in opera il Duca Coſimo, coſi nelle colonne & ornamenti della loggia di mercato nuouo, come nell’opera dell’udienza, cominciata nella ſala grande del palazzo dal Bandinello, e nell’altra, che è a quella dirimpetto,



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