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SCULTURA 37
barismi; perche non sportano tanto in fuori, che possino dare causa di errori, ò di biasimo. La terza spezie si chiamano bassi, et stiacciati rilievi, i quali non hanno altro in se, che ’l disegno della figura; con ammaccato, et stiacciato rilievo. Sono difficili assai, atteso, che e’ ci bisogna disegno grande, e invenzione. Avvenga, che questi sono faticosi a dargli grazia, per amor de’ contorni. Et in questo genere ancora Donato lavorò meglio d’ogni artefice con arte, disegno, et invenzione. Di questa sorte se n’è visto ne vasi antichi Aretini assai figure, maschere, et altre storie antiche, et similmente, ne’ Cammei antichi, et ne’ conij da stampare le cose di bronzo per le medaglie; et similmente nelle monete.

Et questo fecero perche, se fossero state troppe di rilievo, non harebbono potuto coniarle, ch’al colpo del martello non sarebbono venute l’impronte, dovendosi imprimere i Conij nella materia gittata, la quale quando è bassa, dura poca fatica a riempire i cavi del conio. Di questa arte vediamo hoggi molti artefici moderni che l’hanno fatta divinissimamente; et piu che essi antichi come si dirà nelle vite loro pienamente. Impero chi conoscerà ne’ mezi rilievi la perfettione delle figure, fatte diminuire con osservatione; et ne’ bassi la bontà del disegno, per le prospettive, et altre invenzioni; et nelli stiacciati, la nettezza, la pulitezza, et la bella forma delle figure, che vi si fanno; gli farà eccellentemente, per queste parti, tenere, ò lodevoli, ò biasimevoli; et insegnerà conoscerli altrui.


Come si fanno i modelli per fare di bronzo le figure grandi et picciole; et

come le forme, per buttarle; come si armino di ferri, et come si gettino

di metallo; et di tre sorti bronzo; et come gittate si ceselino, et si

rinettino; et come mancando pezzi, che non fussero venuti,

s’innestino, et commettino nel medesimo bronzo.

Cap. XI.


U
SANO gl’artefici eccellenti, quando vogliono gittare, o metallo, o bronzo figure grandi, fare nel principio una statua di terra, tanto grande, quanto quella, che e’ vogliono buttare di metallo, et la conducono di terra a quella perfezione, ch’è concessa dall’arte, et dallo studio loro. Fatto questo, che si chiama da loro modello, et condotto a tutta la perfezione dell’arte, et del saper loro, cominciano poi con gesso da fare presa a formare sopra questo modello parte per parte, facendo addosso a quel modello i cavi di pezzi, et sopra ogni pezzo si fanno riscontri, che un pezzo con l’altro si commettano, segnandoli, o con numeri, o con alfabeti, o altri contrasegni; et che si possino cavare, et reggere insieme. Cosi a parte per parte, lo vanno formando; et ungendo con olio fra gesso, et gesso, dove le commettiture s’hanno a congiugnere, et cosi di pezzo in pezzo la figura si forma; et la testa, le braccia, il torso, et le gambe, per fin’all’ultima cosa: di maniera, che il cavo di quella statua, cioè la forma incavata, viene improntata nel cavo con tutte le parti, et ogni minima cosa, che è nel modello. Fatto cio, quelle forme di gesso si lasciono assodare, et riposare; poi pigliano un palo di ferro, che sia piu lungo di tutta la figura, che vogliono fare, et che si ha a gettare; et sopra quello fanno un’anima di terra, laquale morbidamente impastando, vi mescolano sterco di cavallo, etcima

tura,