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76 PROEMIO

in Santa Maria Ritonda fuor di quella città, fatte poco dopo, che d’Italia furono cacciati i Longobardi: Nella qual chiesa, non tacerò, che una cosa si vede notabilissima, et maravigliosa; et questa è la volta, o vero cupola, che la cuopre; la quale, come che sia larga dieci braccia, et serva per tetto, et coperta di quella fabrica, è non dimeno tutta d’un pezzo solo, e tanto grande, et sconcio, che pare quasi impossibile, che un sasso di quella sorte, di peso di piu di dugento mila libre fusse tanto in alto collocato. Ma per tornare al proposito nostro uscirono delle mani de’ maestri di que’ tempi quei fantocci, et quelle goffezze, che nelle cose vecchie ancora hoggi appariscono. Il medesimo avvenne dell’Architettura; Perche bisognando pur fabricare, et essendo smarrita in tutto la forma, e il modo buono per gl’Artefici morti, e per l’opere distrutte, e guaste; Coloro, che si diedero à tale esercizio, non edificavano cosa, che per ordine, o per misura havesse grazia, ne disegno, ne ragion alcuna. Onde ne vennero a risorgere nuovi Architetti, che delle loro barbare nazioni fecero il modo di quella maniera di edifizi, c’hoggi da noi son chiamati Tedeschi, iquali facevano alcune cose piu tosto a noi moderni ridicole, che à loro lodevoli; finche la miglior forma, e alquanto alla buona antica simile trovarono poi i migliori artefici; come si veggono di quella maniera per tutta Italia le piu vecchie Chiese, et non antiche, che da essi furon’edificate, come da Teodorico re d’Italia un palazzo in Ravenna, uno in Pavia, et un’altro in Modena pur di maniera barbara, et piu tosto ricchi, et grandi, che bene intesi, o di buona architettura. Il medesimo si può affermare di Santo Stefano in Rimini, di San Martino di Ravenna, et del tempio di San Giovanni evangelista edificato nella medesima città da Galla Placidia intorno agl’anni di nostra salute ccccxxxviii. di San Vitale, che fu edificato l’anno dxlvii et della Badia di Classi di fuori. Et in somma di molti altri monasterij, e tempi edificati dopo i Longobardi. I quali tutti edifizij, come si è detto, sono et grandi, et magnifici, ma di goffissima architettura; e fra questi sono molte Badie in Francia, edificate à San Benedetto, et la chiesa, et monasterio di Monte Casino; il tempio di San Giovambatista à Monza, fatto da quella Teodelinda Reina de’ Gotti, alla quale San Gregorio papa scrisse i suoi Dialogi; nel qual luogo essa Reina fece dipignere la storia di Longobardi, dove si vedeva, che eglino dalla parte di dietro erano rasi, et dinanzi havevano le zazzere, e si tignevano fino al mento. le vestimenta erano di tela larga, come usarono gl’Angli, et i Sassoni, et sotto un manto di diversi colori, et le scarpe fino alle dita de’ piedi aperte, et sopra legate con certi correggiuoli. Simili a’ sopradetti tempij furono la chiesa di San Giovanni in Pavia edificata da Gundiperga figliuola della sopradetta Teondelinda, et nella medesima città la chiesa di San Salvador fatta da Ariperto fratello della detta Reina, il quale successe nel regno à Rodoaldo marito di Gundiperga; La chiesa di Santo Ambruogio di Pavia edificata da Grimoaldo Re de’ Longobardi, che cacciò del regno Perterit figliuolo di Riperto. Il quale Preterit ristituto nel regno dopo la morte di Grimoaldo, edificò pur in Pavia un Monasterio di donne detto il Monasterio Nuovo, in honore di Nostra Donna, et di Santa Agata: et la Reina ne edificò uno fuora delle mura dedi-


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