Pagina:Vasari - Le vite de’ piu eccellenti pittori, scultori, et architettori, 1-2, 1568.djvu/389

Da Wikisource.

MASACCIO 297

con ogni disegno e colorito moderno.

Fu studiosissimo nello operare, e nelle difficultà della prospettiva artifizioso e mirabile, come si vede in una sua istoria di figure piccole, che oggi è in casa Ridolfo del Ghirlandaio, nella quale, oltre il Cristo che libera lo indemoniato, sono casamenti bellissimi in prospettiva, tirati in una maniera che e’ dimostrano in un tempo medesimo il didentro et il difuori, per avere egli presa la loro veduta, non in faccia, ma in su le cantonate per maggior difficultà. Cercò più degli altri maestri di fare gli ignudi e gli scorti nelle figure, poco usati avanti di lui. Fu facilissimo nel far suo, et è, come si è detto, molto semplice nel panneggiare. È di sua mano una tavola fatta a tempera, nella quale è una Nostra Donna in grembo a Sant’Anna, col Figliuolo in collo; la quale tavola è oggi in S. Ambruogio di Firenze nella capella che è allato alla porta, che va al parlatorio delle monache. Nella chiesa ancora di San Niccolò di là d’Arno, è nel tramezzo una tavola di mano di Masaccio dipinta a tempera, nella quale, oltra la Nostra Donna che vi è dall’Angelo annunziata, vi è un casamento pieno di colonne, tirato in prospettiva, molto bello perchè, al disegno delle linee che è perfetto, lo fece di maniera con i colori sfuggire, che a poco a poco abagliatamente si perde di vista: nel che mostrò assai d’intender la prospettiva. Nella Badia di Firenze dipinse a fresco in un pilastro, dirimpetto a uno di quegli che reggono l’arco dell’altar maggiore, Santo Ivo di Brettagna, figurandolo dentro a una nicchia, perchè i piedi scortassino alla veduta di sotto. La qual cosa non essendo sì bene stata usata da altri, gl’acquistò non piccola lode, e sotto il detto Santo sopra un’altra cornice, gli fece intorno vedove, pupilli e poveri, che da quel Santo sono nelle loro bisogne aiutati. In Santa Maria Novella ancora dipinse a fresco sotto il tramezzo della chiesa una Trinità che è posta sopra l’altar di S. Ignazio, e la Nostra Donna e S. Giovanni Evangelista, che la mettono in mezzo contemplando Cristo crucifisso. Dalle bande sono ginocchioni due figure, che per quanto si può giudicare, sono ritratti di coloro che la feciono dipignere; ma si scorgono poco, essendo ricoperti da un ornamento messo d’oro. Ma quello che vi è bellissimo oltre alle figure, è una volta a mezza botte tirata in prospettiva, e spartita in quadri pieni di rosoni, che diminuiscono e scortano così bene, che pare che sia bucato quel muro. Dipinse ancora in Santa Maria Maggiore, a canto alla porta del fianco, la quale va a San Giovanni, nella tavola d’una capella, una Nostra Donna, Santa Caterina e San Giuliano. E nella predella fece alcune figure piccole della vita di Santa Caterina e San Giuliano che ammazza il padre e la madre, e nel mezzo fece la Natività di Gesù Cristo con quella semplicità e vivezza che era sua propria nel lavorare. Nella chiesa del Carmine di Pisa, in una tavola che è dentro a una capella del tramezzo, è una Nostra Donna col Figliuolo, et a’ piedi sono alcuni Angioletti che suonano, uno de’ quali sonando un liuto, porge con attenzione l’orecchio all’armonia di quel suono. Mettono in mezzo la Nostra Donna, San Piero, San Giovanni Battista, San Giuliano e San Niccolò, figure tutte molto pronte e vivaci. Sotto, nella predella, sono di figure piccole storie della vita di que’ Santi, e nel mezzo i tre Magi, che offeriscono a Cristo; et in questa parte sono alcuni cavalli ritratti dal vivo, tanto belli che non si può meglio desiderare; e gli uomini della corte di que’ tre re sono vestiti di varii abiti, che si usavano