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DONATO 331

nel cortile di casa Medici, e per lo essilio di Cosimo in detto luogo fu portata. Oggi il duca Cosimo, avendo fatto dove era questa statua una fonte, la fece levare, e si serba per un altro cortile, che grandissimo disegna fare dalla parte di dietro del palazzo, cioè dove già stavano i leoni. È posto ancora nella sala dove è l’oriuolo di Lorenzo della Volpaia, da la mano sinistra, un David di marmo bellissimo, che tiene fra le gambe la testa morta di Golia sotto i piedi, e la fromba ha in mano, con la quale l’ha percosso. In casa Medici, nel primo cortile, sono otto tondi di marmo, dove sono ritratti cammei antichi e rovesci di medaglie et alcune storie fatte da lui molto belle, quali sono murati nel fregio, fra le finestre e l’architrave, sopra gli archi delle logge. Similmente la restaurazione d’un Marsia di marmo bianco antico, posto all’uscio del giardino, et una infinità di teste antiche poste sopra le porte, restaurate e da lui acconce con ornamenti d’ali e di diamanti, impresa di Cosimo, a stucchi benissimo lavorati. Fece di granito un bellissimo vaso che gettava acqua; et al giardino de’ Pazzi in Fiorenza, un altro simile ne lavorò che medesimamente getta acqua. Sono in detto palazzo de’ Medici Madonne di marmo e di bronzi di basso rilievo, et altre storie di marmi, di figure bellissime e di schiacciato rilievo maravigliose. E fu tanto l’amore che Cosimo portò alla virtù di Donato, che di continuo lo faceva lavorar; et allo incontro ebbe tanto amore verso Cosimo Donato ch’ad ogni minimo suo cenno indovinava tutto quel che voleva, e di continuo lo ubbidiva. Dicesi che un mercante genovese fece fare a Donato una testa di bronzo quanto il vivo, bellissima, e per portarla lontano sottilissima, e che per mezzo di Cosimo tale opra gli fu allogata. Finitala adunque, volendo il mercante sodisfarlo, gli parve che Donato troppo ne chiedesse, per che fu rimesso in Cosimo il mercato, il quale, fattala portare in sul cortile disopra di quel palazzo, la fece porre fra i merli che guardano sopra la strada, perchè meglio si vedesse. Cosimo dunque, volendo accomodare la differenza, trovò il mercante molto lontano da la chiesta di Donato; per che, voltatosi, disse ch’era troppo poco. Laonde il mercante, parendogli troppo, diceva che in un mese o poco più lavorata l’aveva Donato, e che gli toccava più d’un mezzo fiorino per giorno. Si volse allora Donato con collera, parendogli d’essere offeso troppo, e disse al mercante che in un centesimo d’ora averebbe saputo guastare la fatica e ’l valore d’uno anno; e dato d’urto alla testa, subito su la strada la fece ruinare, della quale se ne fer molti pezzi, dicendogli che ben mostrava d’essere uso a mercatar fagiuoli e non statue. Per che egli pentitosi, gli volle dare il doppio più, perchè la rifacesse, e Donato non volle per sue promesse, nè per prieghi di Cosimo, rifarla già mai. Sono nelle case de’ Martelli di molte storie di marmo e di bronzo, et infra gli altri, un David di braccia tre, e molte altre cose da lui, in fede della servitù e dell’amore ch’a tal famiglia portava, donate liberalissimamente; e particularmente un S. Giovanni tutto tondo di marmo, finito da lui, di tre braccia d’altezza, cosa rarissima oggi in casa gli eredi di Ruberto Martelli, del quale fu fatto un fideicommisso, che nè impegnare nè vendere nè donare si potesse, senza gran pregiudizio per testimonio e fede delle carezze usate da loro a Donato, e da esso a loro in riconoscimento de la virtù sua, la quale per la protezzione e per il comodo avuto