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360 SECONDA PARTE

Fiorentino; le quali tutte teste sono veramente graziose e molto belle. Fece poi nel primo chiostro, sopra certi mezzi tondi, molte figure a fresco bellissime, et un Crucifisso con S. Domenico a’ piedi, molto lodato; e nel dormentorio, oltre molte altre cose per le celle e nella facciata de’ muri, una storia del Testamento Nuovo, bella quanto più non si può dire. Ma particolarmente è bella a maraviglia la tavola dell’altar maggiore di quella chiesa, perchè oltre che la Madonna muove a divozione chi la guarda, per la semplicità sua, e che i Santi che le sono intorno sono simili a lei, la predella nella quale sono storie del martirio di S. Cosimo e Damiano e degl’altri, è tanto ben fatta che non è possibile imaginarsi di poter veder mai cosa fatta con più diligenza, nè le più delicate o meglio intese figurine di quelle. Dipinse similmente a S. Domenico di Fiesole, la tavola dell’altar maggiore, la quale, perchè forse pareva che si guastasse, è stata ritocca da altri maestri e peggiorata. Ma la predella et il ciborio del Sacramento sonosi meglio mantenuti; et infinite figurine, che in una gloria celeste vi si veggiono, sono tanto belle che paiono veramente di paradiso, nè può, chi vi si accosta, saziarsi di vederle. In una capella della medesima chiesa, è di sua mano, in una tavola, la Nostra Dama anunziata dall’angelo Gabriello, con un profilo di viso tanto devoto, delicato e ben fatto, che par veramente non da un uomo, ma fatto in Paradiso; e nel campo del paese è Adamo et Eva, che furono cagione che della Vergine incarnasse il Redentore; nella predella ancora sono alcune storiette bellissime. Ma sopra tutte le cose che fece, fra’ Giovanni avanzò se stesso e mostrò la somma virtù sua e l’intelligenza dell’arte, in una tavola, che è nella medesima chiesa allato alla porta, entrando a man manca, nella quale Gesù Cristo incorona Nostra Donna in mezzo a un coro d’angeli, et in fra una multitudine infinita di Santi e Sante, tanti in numero, tanto ben fatti e con sì varie attitudini e diverse arie di teste, che incredibile piacere e dolcezza si sente in guardarle, anzi pare che que’ spiriti beati non possino essere in cielo altrimente, o per meglio dire, se avessero corpo, non potrebbono; perciò che tutti i Santi e le Sante che vi sono, non solo sono vivi e con arie delicate e dolci, ma tutto il colorito di quell’opera par che sia di mano d’un Santo o d’un Angelo, come sono; onde a gran ragione fu sempre chiamato questo da ben religioso, frate Giovanni Angelico. Nella predella poi, le storie che vi sono della Nostra Donna e di S. Domenico, sono in quel genere divine; et io per me posso con verità affermare che non veggio mai questa opera che non mi paia cosa nuova, nè me ne parto mai sazio. Nella capella similmente della Nunziata di Firenze, che fece fare Piero di Cosimo de’ Medici, dipinse i sportelli dell’armario dove stanno l’argenterie, di figure piccole, condotte con molta diligenza. Lavorò tante cose questo padre, che sono per le case de’ cittadini di Firenze, che io resto qualche volta maravigliato, come tanto e tanto bene potesse, eziandio in molti anni, condurre perfettamente un uomo solo. Il molto reverendo don Vincenzio Borghini, spedalingo degl’Innocenti, ha di mano di questo padre una Nostra Donna piccola, bellissima; e Bartolomeo Gondi amatore di queste arti al pari di qual si voglia altro gentiluomo, ha un quadro grande, un piccolo et una croce di mano del medesimo. Le pitture ancora, che sono nell’arco sopra la porta di S. Domenico, sono del medesimo. Et in S. Trinita una tavola della sagrestia, dove è un Deposto