Pagina:Vasari - Le vite de’ piu eccellenti pittori, scultori, et architettori, 1-2, 1568.djvu/454

Da Wikisource.
362 SECONDA PARTE

Antonino dell’Ordine de’ predicatori, uomo veramente, per santità e dottrina, chiarissimo, et insomma tale che meritò che Adriano Sesto lo canonizzasse a’ tempi nostri. Fu gran bontà quella di fra’ Giovanni, e nel vero cosa rarissima concedere una dignità et uno onore e carico così grande, a sè offerto da un sommo pontefice, a colui che egli, con buon occhio e sincerità di cuore, ne giudicò molto più di sè degno. Apparino da questo Santo uomo i religiosi de’ tempi nostri, a non tirarsi addosso quei carichi che degnamente non possono sostenere et a cedergli a coloro che dignissimi ne sono. E volesse Dio, per tornare a fra’ Giovanni, sia detto con pace de’ buoni, che così spendessero tutti i religiosi uomini il tempo, come fece questo padre veramente angelico, poi che spese tutto il tempo della sua vita in servigio di Dio e benefizio del mondo e del prossimo. E che più si può o deve disiderare, che acquistarsi vivendo santamente il regno celeste, e virtuosamente operando eterna fama nel mondo? E nel vero non poteva e non doveva discendere una somma e straordinaria virtù, come fu quella di fra’ Giovanni, se non in uomo di santissima vita; perciò che devono coloro che in cose ecclesiastiche e sante s’adoperano, essere ecclesiastici e santi uomini, essendo che si vede, quando cotali cose sono operate da persone che poco credino e poco stimano la religione, che spesso fanno cadere in mente appetiti disonesti e voglie lascive; onde nasce il biasimo dell’opere del disonesto, e la lode ne l’artificio e nella virtù. Ma io non vorrei già che alcuno s’ingannasse, interpretando il goffo et inetto, devoto, et il bello e buono, lascivo; come fanno alcuni, i quali vedendo figure, o di femina o di giovane un poco più vaghe e più belle et adorne che l’ordinario, le pigliano subito e giudicano per lascive non si avedendo che a gran torto dannano il buon giudizio del pittore, il quale tiene i Santi e Sante, che sono celesti, tanto più belli della natura mortale, quanto avanza il cielo la terrena bellezza e l’opere nostre; e, che è peggio, scuoprono l’animo loro infetto e corrotto, cavando male e voglie disoneste di quelle cose, delle quali, se e’ fussino amatori dell’onesto, come in quel loro zelo sciocco vogliono dimostare, verrebbe loro disiderio del cielo e di farsi accetti al Creatore di tutte le cose, dal quale perfettissimo e bellissimo nasce ogni perfezzione e bellezza. Che farebbono, o è da credere che facciano questi cotali, se dove fussero o sono bellezze vive accompagnate da lascivi costumi, da parole dolcissime, da movimenti pieni di grazia, e da occhi che rapiscono i non ben saldi cuori, si ritrovassero, o si ritruovano, poichè la sola immagine e quasi ombra del bello, cotanto gli commove? Ma non perciò vorrei che alcuni credessero che da me fussero approvate quelle figure, che nelle chiese sono dipinte, poco meno che nude del tutto, perchè in cotali si vede che il pittore non ha avuto quella considerazione che doveva al luogo; perchè, quando pure si ha da mostrare quanto altri sappia, si deve fare con le debite circostanze, et aver rispetto alle persone, a’ tempi et ai luoghi. Fu fra’ Giovanni semplice uomo e santissimo ne’ suoi costumi; e questo faccia segno della bontà sua, che, volendo una mattina papa Nicola Quinto dargli desinare, si fece coscienza di mangiar della carne senza licenza del suo priore, non pensando all’autorità del Pontefice. Schivò tutte le azzioni del mondo; e puro e santamente vivendo, fu de’ poveri tanto amico, quanto penso che sia ora l’anima sua