Pagina:Vasari - Le vite de’ piu eccellenti pittori, scultori, et architettori, 1-2, 1568.djvu/528

Da Wikisource.
436 SECONDA PARTE

dalle penne de’ poeti illustri celebrati? Sì com’è anco stato l’eccellentissimo Tiziano dal dottissimo Messer Giovanni della Casa, in quel sonetto che comincia:

Ben veggio, Tiziano, in forme nuove,

et in quell’altro

Son queste, Amor, le vaghe treccie bionde.

Non fu il medesimo Bellino dal famosissimo Ariosto nel principio del XXXIII canto d’Orlando Furioso, fra i migliori pittori della sua età annoverato? Ma per tornare all’opere di Giovanni, cioè alle principali, perchè troppo sarei lungo s’io volessi far menzione de’ quadri e de’ ritratti che sono per le case de’ gentiluomini di Vinezia et in altri luoghi di quello stato, dico che fece in Arimino al signor Sigismondo Malatesti, in un quadro grande, una Pietà con due puttini che la reggono, la quale è oggi in S. Francesco di quella città; fece anco fra gl’altri il ritratto di Bartolomeo da Liviano capitano de’ viniziani. Ebbe Giovanni molti discepoli, perchè a tutti con amorevolezza insegnava, fra i quali fu già, sessanta anni sono, Iacopo da Montagna, che imitò molto la sua maniera, per quanto mostrano l’opere sue che si veggiono in Padova et in Vinezia. Ma più di tutti l’imitò e gli fece onore Rondinello da Ravenna, del quale si servì molto Giovanni in tutte le sue opere. Costui fece in S. Domenico di Ravenna una tavola, e nel Duomo un’altra che è tenuta molto bella di quella maniera. Ma quella che passò tutte l’altre opere sue, fu quella che fece nella chiesa di S. Giovanni Battista nella medesima città, dove stanno frati carmelitani, nella quale oltre la Nostra Donna, fece nella figura d’un S. Alberto, loro frate, una testa bellissima e tutta la figura lodata molto. Stette con esso lui ancora, se ben non fece molto frutto, Benedetto Coda da Ferrara, che abitò in Arimini dove fece molte pitture; lasciando dopo sè Bartolomeo suo figliuolo che fece il medesimo. Dicesi che anco Giorgione da Castel Franco attese all’arte con Giovanni ne’ suoi primi principii; e così molti altri e del Trevisano e Lombardi, de’ quali non accade far memoria. Finalmente Giovanni essendo pervenuto all’età di novanta anni, passò di male di vecchiaia di questa vita, lasciando per l’opere fatte in Vinezia sua patria e fuori, eterna memoria del nome suo. E nella medesima chiesa e nello stesso deposito fu egli onoratamente sepolto dove egli aveva Gentile suo fratello collocato. Nè mancò in Vinezia chi con sonetti et epigrammi cercasse di onorare lui morto, sì come aveva egli vivendo, sè e la sua patria onorato. Ne’ medesimi tempi che questi Bellini vissono, o poco inanzi, dipinse molte cose in Vinezia Giacomo Marzone, il quale fra l’altre fece in S. Lena alla cappella dell’Assunzione, la Vergine con una palma, S. Benedetto, S. Lena e S. Giovanni, ma colla maniera vecchia e con le figure in punta di piedi, come usavano i pittori che furo al tempo di Bartolomeo da Bergamo, etc.