Pagina:Vasari - Le vite de’ piu eccellenti pittori, scultori, et architettori, 1-2, 1568.djvu/73

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GIOVAMBATISTA ADRIANI.

questa terra quaſi la caſa della pittura, & onde tutte le nobili tauole, che molte ve ne hebbe, per debito del comune pegnorate, furono poi portate a Roma da Scauro Edile, per adornare nella ſua magnifica festa il foro Romano. Dopo queſto Pauſia Eufranore da Iſmo auãzò tutti gli altri di ſua età, & viſſe intorno a gli anni della Olimpiade 124. che batte intorno a l’anno di Roma 430. auẽga, che egli lauoraße anco in marmo, in metallo, & in argẽto coloßi, & altre figure, che fu molto ageuole ad imprẽdere qualũche ſi fuſſe di queste arti, ma bene le eſercitaua con molta fatica, & in tutte fu ugualmẽte lodato. Hebbe vanto d’eſſere il primo che alle imagini de gli Heroi deſſe tale maeſtà, quale a quegli ſi cõuiene, e che nelle ſue figure vſaſſe ottimamente le proporzioni, come che nel fare i corpi alle ſue figure pareſſe vn poco ſottile, e ne capi, e nelle mani maggior del douere. L’opere di lui piu lodate ſono vna battaglia di caualieri, dodici dei, vn Theſeo, ſopra il quale ſoleua dire il ſuo eſſere paſciuto di carne, & quel di Parraſio di roſe. Vedeuaſi del medeſimo a Epheſo vna tauola molto nobile, doue era Vliſſe, il quale fingendoſi stolto metteua a giogo vn bue, & vn cauallo. E Palamede, che naſcondeua la ſpada in vn faſcio di legne. Al medeſimo tempo fu Ciclia, vna tauola di cui contenente gli Argonauti comperò Hortenſio Oratore, credo quarantaquattro talenti, & a queſta ſola a Tuſcolo ſua villa fabricò vna cappelletta. Di Eufranore fu diſcepolo Antidoto, di cui ſi diceua eſſere in Athene vno con lo ſcudo in atto di combattere, vno che giocaua alla lotta, vno che ſonaua il flauto lodati ecceßiuamente. Fu costui per ſe chiaro aſſai, ma molto piu per eſſere ſtato ſuo diſcepolo Nicia Athenieſe, quegli che coſi bene dipinſe le femmine, & il chiaro, e l’oſcuro nelle ſue opere coſi bene raſſembrò, di maniera che le opere di lui tutte pareuano nel piano rileuate, nel che egli ſi sforzò, e valſe molto. l’opere di costui molto chiare furono vna Nemea, la quale à Roma da Sillano fu portata d’Aſia, medeſimamente vn Bacco, il quale era nel tempio della Concordia, vno Hiacintho, il quale Ceſare Agusto piacendogli oltre modo portò ſeco a Roma d’Aleſſandria, poi che eſſo l’hebbe preſa. e perciò Tiberio Ceſare nel tempio di lui lo conſacrò a Diana. A Epheſo dipinſe il ſepolcro molto celebrato di Megaliſia ſacerdoteſſa di Diana. In Athene, l’inferno d’Homero, che nella Greca lingua ſi chiama Necia, il quale egli dipinſe con tãta attenzione d’aĩo, & con tãto affetto, che bene ſpeſſo domãdaua i ſuoi famigliari, ſe egli quella mattina haueua deſinato o nò. la qual pittura, potẽdola vendere alcuni dicono a Attalo Re, & altri a Tolõmeo ſeſſanta talẽti, volle piu tosto farne dono alla patria ſua. Dipinſe inoltre figure molto maggiori del naturale, ciò furono Calipſo, Io, Andromeda, Aleſſandro, che a Roma ſi vedeua nella loggia di Põpeo, & vn’altra Calipſo a ſedere. Fu nel ritrarre le bestie marauiglioſo, & i cani principalmente. Questi è quel Nicia, di cui ſoleua dire Praßitele, domandato qual delle ſue figure di marmo egli haueſſe per migliore, quelle a cui Nicia haueua poſto l’vltima mano, tanto daua egli a quella vltima politura, con la quale ſi finiſcono le statue. Fu giudicato pare a questo Nicia, e forſe maggiore vno Athenione Maronite diſcepolo di Glaucone da Coranto, tutto che nel colorire fuſſe al-


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