Pagina:Vasari - Le vite de’ piu eccellenti pittori, scultori, et architettori, 1-2, 1568.djvu/9

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uello, non è degna de lo orecchio di V. Eccellenzia, ne de’ meriti di tanti chiariſsimi ingegni: ſcuſimi quanto a loro, che la penna d’un diſegnatore, come furono eſsi ancora, non ha piu forza di linearli, & d’ombreggiarli. Et quanto a lei mi baſti che ella ſi degni di gradire la mia ſemplice fatica, conſiderando che la necesſità di procacciarmi i biſogni della uita, non mi ha conceſſo che io mi eſerciti con altro mai che co’l pennello. Ne anche con queſto ſon giunto a quel termine, al quale io mi imagino di potere aggiugnere ora che la fortuna mi promette pur tanto di fauore, che con piu cõmodità, & con piu lode mia, & piu ſatisfazione altrui potrò forſe coſi col pennello, come anco con la pẽna, ſpiegare al mondo i concetti miei qualunque ſi ſiano. Percioche oltra lo aiuto, & la protezzione che io debbo ſperar da l’Eccellenza V. come da mio Signore, & come da fautore de’ poueri virtuoſi: è piaciuto alla diuina bontà d’eleggere per ſuo vicario in terra il ſantisſimo, & beatisſimo Iiulio terzo Pontefice Masſimo, amatore, & riconoſcitore d’ogni ſorte virtu, & di queſte Eccellentiſsime, & difficiliſsime arti ſpetialmente. Da la cui ſomma liberalità attendo riſtoro di molti anni conſumati, & di molte fatiche ſparte fino a ora ſenza alcun frutto. Et non pur io, che mi ſon dedicato per ſeruo perpetuo a la Santità S. ma tutti gl’ingegnoſi artefici di queſta età, ne debbono aſpettare onore, e premio tale, & occaſione d’eſercitarſi talmente, che io gia mi rallegro di vedere queſte arti, arriuate nel ſuo tempo al ſupremo grado della lor perfezzione, & Roma ornata di tanti, & ſi nobili artefici, che annouerandoli con quelli di Fiorenza che tutto giorno fa mettere in opera l’Eccellenza V. spero che chi uerrà dopo noi hara da ſcriuere la quarta età del mio volume, do-


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