Pagina:Vasari - Le vite de’ piu eccellenti pittori, scultori, et architettori, 3-1, 1568.djvu/259

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per governo della propria vita, dovesse tor moglie. E così egli, che si credette far bene, tanto si lasciò aggirare, che dai detti, per commodità loro, gli fu messa a canto per moglie una puttana che essi si tenevano. Onde sposata che l’ebbe, e giaciuto che si fu con esso lei, si scoperse la cosa con tanto dolore di quel povero vecchio, che egli in poche settimane se ne morì d’età d’anni 69. Per dir ora alcuna cosa di Innocenzio da Immola, stette costui molti anni in Fiorenza con Mariotto Albertinelli, e dopo, ritornato a Immola, fece in quella terra molte opere. Ma persuaso finalmente dal conte Giovambattista Bentivogli, andò a stare a Bologna; dove fra le prime opere contrafece un quadro di Raffaello da Urbino già stato fatto al signor Lionello da Carpi. Et ai monaci di San Michele in Bosco lavorò nel capitolo a fresco la morte di Nostra Donna e la Ressurrezzione di Cristo, la quale opera certo fu condotta con grandissima diligenza e pulitezza. Fece anco nella chiesa del medesimo luogo la tavola dell’altar maggiore, la parte disopra della quale è lavorata con buona maniera. Ne’ Servi di Bologna fece in tavola una Nunziata, et in San Salvadore un Crucifisso e molti quadri et altre pitture per tutta la città. Alla Viola fece per lo cardinale Ivrea tre logge in fresco, cioè in ciascuna due storie colorite con disegni d’altri pittori, ma fatte con diligenza. In San Iacopo fece una capella in fresco et una tavola a olio per madonna Benozza, che non fu se non ragionevole. Ritrasse anco oltre molti altri Francesco Alidosio cardinale, che l’ho veduto io in Imola insieme col ritratto del cardinale Bernardino Carniale, che ammendue sono assai begli. Fu Innocenzio persona assai modesta e buona, onde fuggì sempre la pratica e conversazione di que’ pittori bolognesi, che erano di contraria natura. E perché si affaticava più di quello che potevano le forze sue, amalandosi di anni cinquantasei di febre pestilenziale, ella lo trovò sì debole et affaticato, che in pochi giorni l’uccise. Per che essendo rimaso imperfetto, anzi quasi non ben ben cominciato, un lavoro che avea preso a fare fuor di Bologna, lo condusse a ottima fine, secondo che Innocenzio ordinò avanti la sua morte, Prospero Fontana pittore bolognese. Furono l’opere di tutti i sopradetti pittori dal MDVI infino al MDXLII. E di mano di tutti sono disegni nel nostro libro.