Pagina:Vasari - Le vite de’ piu eccellenti pittori, scultori, et architettori, 3-1, 1568.djvu/283

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intorno, e certi ciuffi di capegli tanto vivamente che non si può meglio immaginare; perciò che poté tanto lo spirito del Palma in questa cosa particolare, che egli la fece miracolosissima e fuor di modo bella, come afferma ognuno, vedendosi ella quasi ogni anno nella mostra dell’Ascensione. Et invero ella merita di essere celebrata per disegno, per artificio e per colorito, et insomma per essere di tutta perfezzione, più che qual si voglia altra opera che da pittore viniziano fusse stata insino a quel tempo lavorata; perché, oltre all’altre cose, vi si vede dentro un girar d’occhi sì fatto che Lionardo da Vinci e Michelagnolo Buonarroti non averebbono altrimenti operato. Ma è meglio tacere la grazia, la gravità e l’altre parti che in questo ritratto si veggono, perché non si può tanto dire della sua perfezzione, che più non meriti. E se la sorte avessi voluto che il Palma, dopo quest’opera, si fusse morto, egli solo portava il vanto d’aver passato tutti coloro che noi celebriamo per ingegni rari e divini; là dove la vita, che durando lo fece operare, fu cagione che non mantenendo il principio che avea preso, venne a diminuire tutto quello che infiniti pensarono che dovesse accrescere. Finalmente, bastandogli che una o due opere perfette gli levassero il biasimo in parte che gli averebbono l’altre acquistato, si morì d’anni quarantotto in Vinezia. Fu compagno et amico del Palma, Lorenzo Lotto pittor vineziano, il quale avendo imitato un tempo la maniera de’ Bellini, s’appiccò poi a quella di Giorgione, come ne dimostrano molti quadri e ritratti che in Vinezia sono per le case de’ gentiluomini. In casa d’Andrea Odoni è il suo ritratto di mano di Lorenzo, che è molto bello. Et in casa Tommaso da Empoli fiorentino è un quadro d’una Natività di Cristo, finta in una notte, che è bellissimo, massimamente perché vi si vede che lo splendore di Cristo con bella maniera illumina quella pittura, dove è la Madonna ginocchioni, et in una figura intera, che adora Cristo, ritratto Messer Marco Loredano. Ne’ frati carmelitani fece il medesimo in una tavola San Niccolò sospeso in aria et in abito pontificale con tre Angeli, et a piedi Santa Lucia e San Giovanni, in alto certe nuvole et abbasso un paese bellissimo con molte figurette et animali in varii luoghi. Da un lato è San Giorgio a cavallo che amazza il serpente, e poco lontana la donzella, con una città appresso et un pezzo di mare. In San Giovanni e Paulo, alla capella di Santo Antonio arcivescovo di Firenze, fece Lorenzo in una tavola esso Santo a sedere con due ministri preti, e da basso molta gente. Essendo anco questo pittore giovane et imitando parte la maniera de’ Bellini e parte quella di Giorgione, fece in San Domenico di Ricanati la tavola dell’altar maggiore partita in sei quadri. In quello del mezzo è la Nostra Donna col Figliuolo in braccio che mette, per le mani d’un Angelo, l’abito a San Domenico, il quale sta ginocchioni dinanzi alla Vergine. Et in questo sono anche due putti che suonano uno un liuto e l’altro un ribechino. In un altro quadro è San Gregorio e Santo Urbano papi, e nel terzo San Tommaso d’Aquino et un altro Santo, che fu vescovo di Ricanati. Sopra questi sono gl’altri tre quadri: nel mezzo, sopra, la Madonna e Cristo morto sostenuto da un Angelo, e la madre che gli bacia un braccio, e Santa Madalena; sopra quello di San Gregorio è Santa Maria Madalena e San Vincenzio; e nell’altro, cioè sopra San Tommaso d’Aquino, è San Gismondo e Santa Caterina da Siena. Nella predella, che