Pagina:Vasari - Le vite de’ piu eccellenti pittori, scultori, et architettori, 3-1, 1568.djvu/342

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degl’innocenti con bellissimi nudi, femine e putti, che fu cosa rara; et il Nettuno con istorie piccole d’Enea intorno, il bellissimo ratto d’Elena, pur disegnato da Raffaello, et un’altra carta dove si vede morire Santa Felicita bollendo nell’olio, et i figliuoli essere decapitati. Le quali opere acquistarono a Marcantonio tanta fama, che erano molto più stimate le cose sue, pel buon disegno, che le fiaminghe; e ne facevano i mercanti bonissimo guadagno. Aveva Raffaello tenuto molt’anni a macinar colori un garzone chiamato il Baviera e, perché sapea pur qualche cosa, ordinò che Marcantonio intagliasse et il Baviera attendesse a stampare, per così finire, tutte le storie sue, vendendole, et ingrosso et a minuto, a chiunche ne volesse. E così messo mano all’opera stamparono una infinità di cose, che gli furono di grandissimo guadagno. E tutte le carte furono da Marcantonio segnate con questi segni, per lo nome di Raffaello Sanzio da Urbino, SR; e per quello di Marcantonio MF. L’opere furono queste: una Venere, che amore l’abbraccia, disegnata da Raffaello; una storia, nella quale Dio Padre benedisce il seme ad Abraam, dove è l’ancilla con due putti; appresso furono intagliati tutti i tondi che Raffaello aveva fatto nelle camere del palazzo papale, dove fa la Cognizione delle cose: Caliope col suono in mano; la Providenza e la Iustizia; dopo in un disegno piccolo la storia che dipinse Raffaello nella medesima camera del monte Parnaso con Appollo, le muse e’ poeti; et appresso Enea che porta in collo Anchise mentre che arde Troia, il quale disegno avea fatto Raffaello per farne un quadretto. Messero dopo questo in stampa la Galatea, pur di Raffaello, sopra un carro tirato in mare dai dalfini, con alcuni tritoni che rapiscano una ninfa. E queste finite, fece pure in rame molte figure spezzate, disegnate similmente da Raffaello: un Apollo con un suono in mano; una Pace alla quale porge amore un ramo d’ulivo; le tre virtù teologiche e le quattro morali. E della medesima grandezza un Iesù Cristo con i dodici Apostoli. Et in un mezzo foglio la Nostra Donna che Raffaello aveva dipinta nella tavola d’Araceli; e parimente quella che andò a Napoli in San Domenico, con la Nostra Donna, San Ieronimo e l’angelo Raffaello con Tobia. Et in una carta piccola, una Nostra Donna che abbraccia, sedendo sopra una seggiola, Cristo fanciulletto, mezzo vestito. E così molte altre Madonne ritratte dai quadri che Raffaello aveva fatto di pittura a diversi. Intagliò dopo queste un San Giovanni Battista giovinetto a sedere nel diserto, et appresso la tavola, che Raffaello fece per San Giovanni in Monte, della Santa Cecilia, con altri Santi, che fu tenuta bellissima carta. Et avendo Raffaello fatto, per la capella del papa, tutti i cartoni dei panni d’arazzo, che furono poi tessuti di seta e d’oro, con istorie di San Piero, S. Paulo e S. Stefano, Marcantonio intagliò la predicazzione di San Paulo, la lapidazione di Santo Stefano, et il rendere il lume al cieco. Le quali stampe furono tanto belle per l’invenzione di Raffaello, per la grazia del disegno, e per la diligenza et intaglio di Marcantonio, che non era possibile veder meglio. Intagliò appresso un bellissimo Deposto di croce, con invenzione dello stesso Raffaello, con una Nostra Donna svenuta, che è maravigliosa. E non molto dopo, la tavola di Raffaello, che andò a Palermo, d’un Cristo che porta la croce, che è una stampa molto bella. Et un disegno, che Raffaello avea fatto, d’un Cristo