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Pagina:Vasari - Le vite de’ piu eccellenti pittori, scultori, et architettori, 3-1, 1568.djvu/351

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con altre sue donne, et altre cose infinite stampate in legno, e fatte la maggior parte col bulino, le quali sono state cagione che si sono di maniera assotigliati gl’ingegni, che si son intagliate figure piccoline tanto bene, che non è possibile condurle a maggior finezza. E chi non vede senza maraviglia l’opere di Francesco Marcolini da Forlì, il qual oltre all’altre cose stampò il libro del giardino de’ pensieri in legno, ponendo nel principio una sfera d’astrologi e la sua testa col disegno di Giuseppo Porta da Castelnuovo della Garfagnana, nel qual libro sono figurate varie fantasie: il Fato, l’Invidia, la Calamità, la Timidità, la Laude e molte altre cose simili, che furono tenute bellissime. Non furono anco se non lodevoli le figure che Gabriel Giolito stampatore de’ libri, mise negl’Orlandi Furiosi, perciò che furono condotte con bella maniera d’intagli. Come furono anco gl’undici pezzi di carte grandi di notomia, che furono fatte da Andrea Vessalio e disegnate da Giovanni di Calcare fiamingo, pittore eccellentissimo, le quali furono poi ritratte in minor foglio et intagliate in rame dal Valverde, che scrisse della notomia dopo il Vessallio. Fra molte carte poi, che sono uscite di mano ai Fiaminghi da dieci anni in qua, sono molto belle alcune disegnate da un Michele pittore, il quale lavorò molti anni in Roma in due capelle, che sono nella chiesa de’ Tedeschi, le quali carte sono la storia delle serpi di Moisè, e trentadue storie di Psiche e d’Amore, che sono tenute bellissime. Ieronimo Cocca similmente fiamingo ha intagliato, col disegno et invenzione di Martino Ems Kycr, in una carta grande, Dalila che tagliando i capegli a Sansone ha non lontano il tempio de’ Filistei, nel quale, rovinate le torri, si vede la strage e rovina de’ morti, e la paura de’ vivi che fuggono. Il medesimo in tre carte minori ha fatto la creazione d’Adamo et Eva, il mangiar del pomo e quando l’Angelo gli caccia di Paradiso. Et in quattro altre carte della medesima grandezza, il diavolo che nel cuore dell’uomo dipigne l’avarizia e l’ambizione, e nell’altre tutti gl’affetti che i sopra detti seguono. Si veggiono anco di sua mano ventisette storie della medesima grandezza di cose del Testamento, dopo la cacciata d’Adamo del Paradiso, disegnate da Martino con fierezza e pratica molto risoluta, e molto simile alla maniera italiana. Intagliò appresso Ieronimo in sei tondi i fatti di Susanna et altre ventitré storie del Testamento Vecchio simili alle prime di Abraam, cioè in sei carte i fatti di Davit, in otto pezzi quegli di Salomone, in quattro quegli di Balaam, et in cinque quegli di Iudit e Susanna. E del Testamento Nuovo intagliò ventinove carte, cominciando dall’anunziazione della Vergine insino a tutte la Passione e morte di Gesù Cristo. Fece anco col disegno del medesimo Martino le sette opere della misericordia, e la storia di Lazzero ricco e Lazzero povero. Et in quattro carte la parabola del samaritano ferito da’ ladroni, et in altre quattro carte quella che scrive S. Matteo a’ diciotto capitoli dei talenti. E mentre che Liè Frynch a sua concorrenza fece in dieci carte la vita e morte di San Giovanni Battista, egli fece le dodici tribù in altre tante carte, figurando per la lussuria Ruben in sul porco, Simeon con la spada per l’omicidio, e similmente gl’altri capi delle tribù con altri segni e proprietà della natura loro. Fece poi d’intaglio