Pagina:Vasari - Le vite de’ piu eccellenti pittori, scultori, et architettori, 3-1, 1568.djvu/49

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Ma l’esser fatta nel muro, fece che Sua Maestà se ne portò la voglia, et ella si rimase a’ milanesi. Nel medesimo refettorio, mentre che lavorava il Cenacolo, nella testa dove è una Passione di maniera vecchia, ritrasse il detto Lodovico, con Massimiliano suo primogenito, e dall’altra parte la duchessa Beatrice, con Francesco altro suo figliuolo, che poi furono amendue duchi di Milano, che sono ritratti divinamente. Mentre che egli attendeva a questa opera, propose al Duca fare un cavallo di bronzo di maravigliosa grandezza, per mettervi in memoria l’imagine del Duca. E tanto grande lo cominciò e riuscì, che condur non si poté mai. Ècci chi ha avuto opinione (come son varii e molte volte per invidia maligni, i giudizii umani) che Lionardo (come dell’altre sue cose) lo cominciasse perché non si finisse; perché, essendo di tanta grandezza in volerlo gettar d’un pezzo, vi si vedeva difficultà incredibile, e si potrebbe anco credere, che dall’effetto, molti abbin fatto questo giudizio, poiché delle cose sue ne son molte rimase imperfette. Ma per il vero si può credere che l’animo suo grandissimo et eccellentissimo per esser troppo volontaroso fusse impedito, e che il voler cercare sempre eccellenza sopra eccellenza, e perfezzione sopra perfezzione ne fusse cagione, talché l’opra fusse ritardata dal desio, come disse il nostro Petrarca; e nel vero quelli che veddono il modello, che Lionardo fece di terra grande, giudicano non aver mai visto più bella cosa, né più superba, il quale durò fino che i francesi vennono a Milano con Lodovico re di Francia, che lo spezzarono tutto. Ènne anche smarrito un modello piccolo di cera, ch’era tenuto perfetto, insieme con un libro di notomia di cavagli fatta da lui per suo studio. Attese di poi, ma con maggior cura, alla notomia degli uomini, aiutato e scambievolmente aiutando in questo Messer Marc’Antonio della Torre, eccellente filosofo, che allora leggeva in Pavia e scriveva di questa materia e fu de’ primi (come odo dire) che cominciò a illustrare con la dottrina di Galeno le cose di medicina, et a dar vera luce alla notomia, fino a quel tempo involta in molte e grandissime tenebre d’ignoranza. Et in questo si servì maravigliosamente dell’ingegno, opera e mano di Lionardo, che ne fece un libro disegnato di matita rossa e tratteggiato di penna [dove disegnò cadaveri] che egli di sua mano scorticò e ritrasse con grandissima diligenza, dove egli fece tutte le ossature et a quelle congiunse poi con ordine tutti i nervi, e coperse di muscoli i primi appiccati all’osso, et i secondi che tengono il fermo, et i terzi che muovano, et in quegli a parte per parte di brutti caratteri scrisse lettere, che sono fatte con la mano mancina a rovescio, e chi non ha pratica a leggere non l’intende, perché non si leggono se non con lo specchio. Di queste carte della notomia degl’uomini n’è gran parte nelle mani di Messer Francesco da Melzo, gentiluomo milanese, che nel tempo di Lionardo era bellissimo fanciullo e molto amato da lui, così come oggi è bello e gentile vecchio, che le ha care e tiene come per reliquie tal carte insieme con il ritratto della felice memoria di Lionardo. E chi legge quegli scritti, par impossibile che quel divino spirito abbi così ben ragionato dell’arte e de’ muscoli e nervi e vene, e con tanta diligenza d’ogni cosa. Come anche sono nelle mani di... pittor milanese alcuni scritti di Lionardo, pur di caratteri scritti con la mancina a rovescio, che trattano della pittura e de’ modi del disegno e colorire. Costui