governo della detta piazza di Casale un cavallier della nazione
spagnola medesima, che fu don Alfonso d’Avalos. Anzi di piú
si valevano li spagnoli delle gelosie e mosse d’armi di Savoia
sopra lo Stato del Monferrato, per lo piú suscitate da loro, per
mezo di sottometterselo ed estorquerlo, col manto della diffesa,
piú di quel che facessero con le offese gl’istessi savoiardi. Ove
il duca presente, per la connession de’ Stati e di sangue che
ha con la Francia, ha trovato modo di scuotersi da si grave
ed insofferibile dipendenza. È vero che, avendo convenuto Sua
Altezza, per le angustie in quali lo hanno con la guerra passata
constituito austriaci, appoggiar tutta la diffesa de’ suoi
Stati in Italia alla Francia ed alla serenissima republica, parerebbe
ch’egli si fosse involto fra nodi di non inferiori dipendenze;
di che procurano di continuo, per mezo della imperatrice
e d’altri, farlo imprimere spagnoli, facendoli pervenir esibizioni
speciose di riporlo in ogni piú intiero posto di libertá. Ma è
anco verissimo che, per quello tocca al presidio della serenissima
republica di diffesa di Mantoa, è esso stato da Vostra
Serenitá contribuito a disposizione ed ubidienza cosí piena del
duca, ed entro ai medesimi limiti con si morigerato e puntual
termine si mantengono quelle milizie, che conviensi da
cadauno disappassionato confessare riceverne Sua Altezza il commodo
della custodia della piazza senza alcun’ombra di gelosia
o caratto di veruna aderenza, che non sii per solo termine di
gratitudine piú che volontaria. E circa alli soccorsi della Francia
nel Monferrato, oltre che non possono venir da parte piú
confidente al duca, che è pur francese, si deve aver per massima
molto sicura: essere li soccorsi di un prencipe grande ad
un inferiore tanto meno gelosi e molesti, quanto men di fomento
ricevono dalla vicinanza e prepotenza de’ confini da dove provengono.
Il si riconosce in prattica nel caso presente, nel quale
con tanta misura procedono il marescial di Toiras e gli altri
ministri francesi nel non operar cosa veruna, sia per augumento
di fortificazioni, per introduzion di milizie, cambio di presidi
o altro nel Monferrato, senza mandar a riceverne prima il piacimento
del duca; ché ben si vede incontrar anzi essi di far