Pagina:Venezia – Relazioni degli ambasciatori veneti al Senato, Vol. I, 1912 – BEIC 1904739.djvu/196

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può di moltiplicare in instanze, per non riuscirle molesto. Li miei uffici hanno atteso al confirmarlo nel suo affetto filiale e sincero verso Vostra Serenitá, ad assicurarlo del candor di lei verso Sua Altezza ed a farle apparir gli avantaggi ben grandi del tenersi sempre unito con questo serenissimo dominio; e posso affermare che non sono state in questi punti, come li piú essenziali, infruttuose le mie rimostranze.

Negli onori verso la mia persona, come rappresentante Vostra Serenitá, ha abondato con la pienezza che giá fu descritta da me nelle mie lettere distintamente e che non replico.

Basta che m’è riuscito ispuntare che non si prattichi disuguaglianza veruna nelli onori alli ambasciatori della serenissima republica dalli cesarei, sotto qualsisia pretesto o di feudi o di maggioranza di corone, e che il successo ha riguardato alla funzione non solo mia d’allora, ma per le occorrenze avvenire e non pur in quella, ma nelle altre corti tutte, ove un essempio in contrario averebbe servito di fòro: perché, se avessi lasciato amettere grado di maggioranza d’onori in simili accoglimenti alli ambasciatori di Cesare per la maggioranza del posto di quella Maestá, lo averiano poi facilmente potuto pretender quelli degli altri re, con pregiudizio ben grave della serenissima republica.

La prencipessa Maria vedova, figliuola che fu del duca Francesco di Mantoa, come che sii di affabilissime maniere, di ottimi sensi, di ciera delicata e venusta, nell’etá sua di 23 anni, col merito di aver dato alla casa del signor duca la posteritá, con li pensieri di che possi col matrimonio con lui confirmargliela, è in grado di molta stima ed affetto tenuta da Sua Altezza. Alcuni particolari ho espresso nelle mie lettere e scrittura precedente. Di piú dirò: ametterla il signor duca nel Consiglio (quel che non fa dell’infante), quando si tratta del governo della cittá e del territorio; e si nomina il Consiglio della prencipessa.

Ricevè ella prontamente la pension dal Cristianissimo. Si rissenti non lo facesse la madre. Con essa però s’intende bene, la qual vorrebbe accasarla col Cardinal di Savoia, suo fratello: pensiero che, quando succedesse il maritaggio del signor duca