Pagina:Venezia – Relazioni degli ambasciatori veneti al Senato, Vol. I, 1912 – BEIC 1904739.djvu/28

Da Wikisource.
22 ferrara

fame rende saporita ogni vivanda, cosí il desiderio che Vostra Serenitá ha d’intendere alcuna cosa di quella Eccellenza, della quale giá molti anni non ha inteso cosa alcuna per non avere né secretario né ambasciatore in quella cittá, le nasconderá le mie imperfezioni.

Discorrerò adunque sopra lo Stato dell’eccellentissimo signor duca. Stato degno di molta avvertenza e considerazione di Vostra Serenitá per la sua potenza e vicinanza, poiché non lontano confina con alcune terre di Vostra Serenitá, ma vicino si accosta alle paludi di questa eccellentissima e gloriosa cittá, capo del serenissimo dominio; né si deve, se io non m’inganno, meno stimare un duca grande e potente vicino che un re lontano. E poiché in ciascun prencipe, anzi per dir meglio in ciascuno uomo, si considerano le qualitá estrinseche, intendo il sangue del quale è nato, le facoltá che possiede, gli amici e nemici che tiene; intrinseche veramente sono le qualitá dell’animo e corpo; però referirò tutta la mia relazione ad uno di quatro capi, cioè nobiltá, Stato, amici o nemici, e finalmente alla persona di Sua Eccellenza.

Di nobiltá e antichitá di sangue e Stato il signor duca di Ferrara avanza di gran lunga tutti i prencipi d’Italia, eccettuando però Vostra Serenitá, poiché l’antichissima e illustrissima famiglia d’Este, per fama e opinione di molti scrittori, discende da quel grande augure Navio Azio, al quale Servio Tullio re de’ romani pose in Roma una statua di bronzo 800 anni inanzi l’avvenimento di Cristo; e Caio Azio Bibulo, zio di Ottaviano Augusto primo imperatore, fu della medesima famiglia d’Este. La quale giá mille anni incirca domina la maggior parte di quei paesi che gli sono il giorno d’oggi soggetti, avendo anco i principali di questa cittá dominati molti altri Iuochi e cittá d’importanza, come il castello d’Este, dal quale prese il nome felice, Parma e Piacenza, ed avendo avuto i prencipi di questa cittá diversi titoli. Ultimamente, l’anno 1452 alli 18 maggio, giorno celebre per l’ascension del Signore, il marchese Borso, per la sua liberalitá e magnanimitá molto famoso, fu onorato dall’imperatore Federico III nella piazza della cittá di Ferrara di titolo di