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relazione di emilio maria manolesso |
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in piedi, riferendole, le vivificarci nella memoria di Vostra Serenitá.
E sono due principalmente: de’ confini e sali. De’ confini
è differenza antica con bolognesi, e fu giá rimessa dall’una e l’altra
parte a questo eccelso senato sino a’ tempi del duca Borso, e
fu data la sentenza e dati li confini; ma perché il tempo ha
mutati molti nomi e annichilati molti segni, però di nuovo è
nata difficoltá, la quale è rimessa in doi giudici arbitri: per Sua
Santitá l’illustrissimo e reverendissimo signor cardinale Orsino,
e per Sua Eccellenza l’illustrissimo signor don Francesco da
Este suo zio, i quali sono stati sopra il luoco e tosto si spera
che abbia da aver fine. Nel qual fine, quando le Loro Signorie
fossero discordi, Vostra Serenitá ne sará giudice; dal che ne
può molto ben considerare la confidenza che il signor duca ha
in lei e l’amore e l’osservanza che le porta e l’affezione che
stima esserli da Vostra Serenitá portata, poiché niuno rimette
il suo in potere altrui, se non l’ama e stima e se non crede
esser ricambiato da lui. La differenza de’sali è d’importanza,
perché, avendo questi signori privilegi antichi di poterlo fare
se il papa con legittima causa non il vietasse, e levando all’incontro
l’investitura di Adriano VI tale autoritá, ma volendo che
per certo prezzo ne pigli dalla Chiesa gran quantitá, la qual
quantitá distribuita dal signor duca per il suo Stato e altri al
papa è di molto utile, il pontefice non voleva che Sua Eccellenza
facesse sali e pretendeva di voler porre nella cittá di
Ferrara un suo commissario, che riscuotesse in suo nome e
benefizio della Chiesa il dazio del transito de’ sali, ne’ quali pretendeva
che Sua Eccellenza non se ne potesse ingerire. E all’incontro
Sua Eccellenza pretende che il duca Alfonso suo avo
non abbia potuto alterare le condizioni antiche né far alcun
pregiudizio a sé e a’ successori suoi, né vuole che, essendo
signore libero e assoluto del suo Stato, altri tenghino in esso
offiziali. Allegò il signor duca sospetti di chierici di camera, proponendo
che Sua Santitá elegesse per giudice cardinali o prencipi
non sospetti; alla qual dimanda il pontefice, per sua natura
rigido, non volse acconsentire. [Con questo pontefice pare che
Sua Eccellenza abbia buona intelligenza; e se bene sopra l’animo