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relazione di emilio maria manolesso 37

in piedi, riferendole, le vivificarci nella memoria di Vostra Serenitá. E sono due principalmente: de’ confini e sali. De’ confini è differenza antica con bolognesi, e fu giá rimessa dall’una e l’altra parte a questo eccelso senato sino a’ tempi del duca Borso, e fu data la sentenza e dati li confini; ma perché il tempo ha mutati molti nomi e annichilati molti segni, però di nuovo è nata difficoltá, la quale è rimessa in doi giudici arbitri: per Sua Santitá l’illustrissimo e reverendissimo signor cardinale Orsino, e per Sua Eccellenza l’illustrissimo signor don Francesco da Este suo zio, i quali sono stati sopra il luoco e tosto si spera che abbia da aver fine. Nel qual fine, quando le Loro Signorie fossero discordi, Vostra Serenitá ne sará giudice; dal che ne può molto ben considerare la confidenza che il signor duca ha in lei e l’amore e l’osservanza che le porta e l’affezione che stima esserli da Vostra Serenitá portata, poiché niuno rimette il suo in potere altrui, se non l’ama e stima e se non crede esser ricambiato da lui. La differenza de’sali è d’importanza, perché, avendo questi signori privilegi antichi di poterlo fare se il papa con legittima causa non il vietasse, e levando all’incontro l’investitura di Adriano VI tale autoritá, ma volendo che per certo prezzo ne pigli dalla Chiesa gran quantitá, la qual quantitá distribuita dal signor duca per il suo Stato e altri al papa è di molto utile, il pontefice non voleva che Sua Eccellenza facesse sali e pretendeva di voler porre nella cittá di Ferrara un suo commissario, che riscuotesse in suo nome e benefizio della Chiesa il dazio del transito de’ sali, ne’ quali pretendeva che Sua Eccellenza non se ne potesse ingerire. E all’incontro Sua Eccellenza pretende che il duca Alfonso suo avo non abbia potuto alterare le condizioni antiche né far alcun pregiudizio a sé e a’ successori suoi, né vuole che, essendo signore libero e assoluto del suo Stato, altri tenghino in esso offiziali. Allegò il signor duca sospetti di chierici di camera, proponendo che Sua Santitá elegesse per giudice cardinali o prencipi non sospetti; alla qual dimanda il pontefice, per sua natura rigido, non volse acconsentire. [Con questo pontefice pare che Sua Eccellenza abbia buona intelligenza; e se bene sopra l’animo