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— Sì, delle volte, a tavola. Vogliamo andare a tavola?
— Ci offri da cena? domandò il conte C***
— No, vi offro di scommettere a chi la pagherà.
— Benissimo! e che scommessa?
— Scommetto che darò un bacio a quella mascherina accompagnata dal trovatore.
— Eh!
— Ti gira?
— Una cena da mille lire, disse l’arlecchino senza scomporsi.
Nessuno gli rispose. Lo credevano matto.
— Sembra che le tue scommesse non ispirino gran fiducia, disse il poeta.
L’arlecchino lo guardò colla massima calma, resa grottesca dall’aria impassibile della maschera, e rispose:
— Diamo in pegno il denaro.
— A te?