Pagina:Verga - Novelle, 1887.djvu/113

Da Wikisource.

la coda del diavolo 103

del suo stipendio perchè non avesse parlato, ed anzi perchè non avesse avuto di che parlare. La festa finì zitta zitta, e senza allegria.

Tutti gli anni, il domani della festa, i tre amici solevano andare a desinare in campagna. Stavolta Lina fu indisposta e non se ne fece nulla. Donati avrebbe voluto a qualunque costo che quel giorno si fosse passato come tutti gli altri anni, perchè avea sempre sullo stomaco il sogno e il gran ciarlare che ne avea fatto, e avrebbe voluto metterci sopra una buona pietra, col seguitare a far quello che avevano sempre fatto, e non pensarci più. La sera però la passarono come di consueto, in famiglia. Lina comparve un po’ tardi, con un viso di donna che ha l’emicrania, ma calma e serena. Donati le domandò come si sentisse. Ella gli piantò gli occhi in faccia, due occhi che gli fecero l’effetto di due chiodi, e rispose secco secco: — Bene.