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capitolo vi. 35


Finalmente l’orchestra è al suo posto; ci son tutti; il primo violino è passato fra i leggii a dare un la modesto ai colleghi. Gli strumenti a corda, a fiato, gli strumenti a percussione sono accordati; il direttore d’orchestra non aspetta altro che il suono del campanello per battere la prima misura.

Si ode il campanello ed il quarto atto incomincia.

L’allegro appassionato del preludio viene eseguito, secondo l’abitudine, con una maestosa lentezza, che avrebbe messo alla tortura l’illustre Meyerbeer e di cui i dilettanti Quiquendonesi apprezzavano la solennità. Ma presto il direttore d’orchestra non si sente più padrone de’ suoi esecutori e dura fatica a frenarli, sebbene d’ordinario siano così obbedienti e così pacati. Gli strumenti a fiato tendono ad affrettare i movimenti e bisogna trattenerli con mano ferma, perchè piglierebbero la corsa lasciandosi indietro gli strumenti a corda, il che produrrebbe un effetto spiacevole rispetto all’armonia. Perfino il fagotto, il figlio del farmacista Josse Liefrink, un giovinotto così bene allevato, minaccia di pigliar la mano. Frattanto Valentina ha cominciato il suo recitativo:


«Son sola alfin!...»


ma affretta. Il direttore d’orchestra e tutti i professori l’accompagnano, forse senza avvedersi, nel cantabile che dovrebbe essere battuto largamente, perchè è in dodici per otto. Quando Raul apparisce alla porta in fondo, fra il momento in cui Valentina gli muove incontro ed il momento in cui lo nasconde nella camera laterale, non passa un quarto d’ora, mentre una volta, secondo la tradizione del teatro di Quiquendone, codesto recitativo di trentasette battute durava precisamente 37 minuti.

Saint-Bris, Nevers, Tavannes ed i signori cattolici sono entrati in scena forse con un po’ di precipitazione. Il compositore ha scritto sullo spartito: allegro pomposo, ma l’orchestra, ed i signori cattolici vanno bensì allegro, ma pomposo niente affatto, e nel pezzo d’insieme, nella pagina magistrale della congiura e della benedizione dei pugnali, non si modera l’allegro regolamentare. Cantanti e professori d’orchestra hanno