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capitolo viii. 43

trica invase le sale del banchiere? D’onde avvenne che le coppie si riavvicinarono, che le mani si strinsero convulsivamente, che cavalieri soli si segnalarono con qualche passo arrischiato durante la pastorella già così grave, così solenne, così maestosa?

Ahi! Quale Edipo avrebbe potuto rispondere a tutti questi insolubili quesiti? Il commissario Passauf, presente alla serata, vedeva bene che l’uragano si avvicinava, ma non poteva dominarlo, non poteva fuggirlo e sentiva come un’ebbrezza salirgli al cervello. Tutte le sue facoltà fisiologiche e passionali si accrescevano; lo si vide più volte gettarsi sulle confetture e vuotare i vasoi come se fosse uscito da un lungo digiuno. Frattanto le danze si accaloravano. Un lungo mormorio, pari ad un sordo ronzio, usciva da tutti i petti. Si ballava, si ballava davvero. I piedi si agitavano con crescente frenesia; i volti si imporporavano come faccie di Sileno; gli occhi splendevano come carbonchi. La fermentazione generale era spinta al massimo grado.

E quando l’orchestra intonò il valzer del Freischütz, e quando questo valzer così tedesco e d’un movimento così lento, fu attaccato in furia dai suonatori, ah! non fu più un valzer, ma un turbine insensato, una rotazione vertiginosa, una ridda degna d’essere diretta da un qualche Mefistofele che battesse il tempo con un tizzone acceso! Poi un galop, un galop infernale per tutta un’ora, senza requie, trasse nelle sue spire attraverso le sale, i salotti, le anticamere, le scale, dalla cantina al granaio della ricca casa, i giovanotti, le giovinette, i padri, le madri, le persone di ogni età, d’ogni peso, d’ogni sesso; il grosso banchiere Collaert, la signora Collaert, i consiglieri, il gran giudice, ed i magistrati e Niklausse e la signorina van Tricasse ed il borgomastro van Tricasse e lo stesso commissario Passauf, il quale non potè mai ricordarsi chi fosse la sua ballerina in quella notte. Ma essa non lo dimenticò, e da quel giorno essa rivide ne’ suoi sogni l’ardente commissario che l’allacciava con una stretta appassionata!... Essa, l’amabile Tatanemanzia!