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46 un capriccio del dottor ox.

vano presto, l’aria che assorbivano li ardeva rapidamente, ed essi morivano in brev’ora sfiniti, divorati. Tale fu la sorte del famoso tulipano che si avvizzì dopo pochi giorni di splendore.

Lo stesso accadde presto per gli animali domestici, a cominciare dal cane di casa sino al porco del porcile, dal canarino della gabbia fino al tacchino del cortile.

Convien dire che codesti animali nei tempi ordinari erano non meno flemmatici dei loro padroni. Cani e gatti vegetavano più che non vivessero. Giammai fremito di piacere, giammai movimento di collera. Le code non si movevano più che se fossero state di bronzo. Da tempo immemorabile non si ricordava una morsicatura, nè una zampata.

Quanto ai cani arrabbiati venivano considerati come animali immaginari da porsi colle belve del serraglio dell’Apocalisse.

Ma in quei pochi mesi, dei quali noi ci ingegniamo di riprodurne i più piccoli accidenti, quale cambiamento! Cani e gatti cominciarono a mostrare i denti e gli artigli e vi fu qualche esecuzione in seguito ad attacchi reiterati. Per la prima volta si vide un cavallo prendere il morso coi denti ed impennarsi nelle vie di Quiquendone, un bue precipitarsi a corna basse sopra uno de’ suoi congeneri; un asino rovesciarsi colle gambe per aria sulla piazza S. Ernuph e mandar ragli che non avevano più nulla di animalesco; un montone, perfino un montone, difendere coraggiosamente contro il coltello del beccaio le costolette che portava in dosso! Il borgomastro van Tricasse fu costretto a far decreti di polizia circa gli animali domestici che, presi da follia, rendevano poco sicure le strade di Quiquendone. Ma, ahi, se gli animali erano pazzi, gli uomini non erano più savi. Nessuna età fu risparmiata dal flagello. I marmocchi divennero presto insopportabili, essi, per lo innanzi così facili ad allevare, e per la prima volta il gran giudice Onorato Sintassi dovette dare le scudisciate alla sua giovane progenitura.

Nel collegio vi fu come una sommossa ed i dizionari tracciarono deplorabili traiettorie nelle classi. Non si potevano più tener chiusi gli allievi, e d’altra parte quell’eccitamento si at-