Pagina:Verne - Racconti fantastici, 1874.pdf/46

Da Wikisource.
48 un capriccio del dottor ox.

colmo di abbominazione, ebbe luogo un duello! Sì, un duello a pistola d’arcioni a settantacinque passi ed a palle libere! E fra chi? Non lo crederanno i nostri lettori, fra Franz Niklausse, il placido pescatore alla lenza, ed il figlio dell’opulento banchiere, il giovane Simone Collaert.

E la causa di questo duello fu la figlia appunto del borgomastro per la quale Simone si sentiva ferito d’amore e che egli non voleva cedere alle pretese d’un audace rivale.


XI.


In cui i Quiquendonesi prendono una risoluzione eroica.


Si vede a quale stato deplorabile fosse ridotta la popolazione di Quiquendone. I cervelli ribollivano; l’uno più non riconosceva l’altro. Le persone più pacifiche eran divenute litigiose e bastava le guardaste di sbieco perchè vi mandassero i padrini. Alcuni si lasciarono crescere i mustacchi, ed i più battaglieri li arricciarono a forma d’uncino.

In tali condizioni, l’amministrazione della città, il mantenimento dell’ordine nelle vie e negli edifici pubblici divenivano cosa difficilissima perchè i servigi non erano stati preparati a tale ordine di cose. Il borgomastro, quel degno van Tricasse che abbiamo conosciuto così mite, così spento, così incapace di pigliare una determinazione qualsiasi, il borgomastro era sempre su tutte le furie. La sua casa eccheggiava al rumore della sua voce. Egli faceva venti decreti al giorno, strapazzava i suoi agenti, disposto a far eseguire egli stesso gli atti della sua amministrazione.

Ah, quale mutamento! Amabile e tranquilla casa del borgomastro, buona abitazione fiamminga, dove era la calma d’una volta? Quali scene intime vi si succedevano oramai! La signora van Tricasse era divenuta brontolona, bisbetica; suo