Pagina:Verne - Racconti fantastici, 1874.pdf/90

Da Wikisource.
92 mastro zaccaria.


Il vecchio guardava tutte quelle persone con occhio torvo e non rispondeva altrimenti che crollando il capo e con tristi parole:

«Aspettate i primi bei giorni, amici miei, è la stagione in cui l’esistenza si ravviva nei corpi stanchi! Bisogna che il sole risorga a riscaldarci tutti.

— Il bel vantaggio, se i nostri orologi devono star malati durante l’inverno! disse uno dei più arrabbiati. Sapete, mastro Zaccaria, che il vostro nome è scritto chiaro sul quadrante? Per la Vergine, non fate certo onore alla vostra firma.

Infine accadde che il vecchio, vergognoso di questi rimproveri, levò qualche moneta d’oro dal vecchio forziere e cominciò a comperare gli orologi guasti.

A questa notizia gli avventori corsero in fretta ed il danaro di quella povera casa se ne andò presto; ma almeno la probità del mercante fu salva.

Geranda fe’ plauso di gran cuore a tale delicatezza che la menava in rovina, e presto Aubert dovette offrire le proprie economie a mastro Zaccaria.

«Che sarà di mia figlia? diceva il vecchio oriuolaio aggrappandosi talvolta nel naufragio ai sentimenti d’amor paterno.

Aubert non osò rispondere che egli si sentiva coraggioso per l’avvenire e disposto a tutto per Geranda, chè mastro Zaccaria lo avrebbe in quel giorno chiamato suo genero smentendo le funeste parole che ronzavano ancora al suo orecchio:

«Geranda non sposerà Aubert.»

Pure con questo sistema il vecchio orologiaio finì a spogliarsi interamente. I suoi vasi antichi passarono in mani straniere, vendette alcuni magnifici riquadri di quercia di fina scultura che coprivano le pareti della casa; alcune ingenue pitture dei primi pittori fiamminghi presto non rallegrarono più gli sguardi della figliola. Tutto, perfino i preziosi utensili che il suo genio aveva inventato, fu venduto per soddisfare i reclami. La sola Scolastica non voleva intendere la ragione su questo argomento, ma i suoi sforzi non potevano