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cambio, o per mera umanità, o coll’aperta forza trasportano il necessario mancante. Non si dà nell’uomo moto alcuno senza un bisogno, nè un bisogno senza una idea, e queste sono ne’ popoli isolati e selvaggi limitatissime.

Quanto più le nazioni diventano colte, o sia quanto più s’accresce il numero delle idee e dei bisogni presso gli uomini, tanto maggiormente si vedrà introdurre il commercio fra nazione e nazione. Il bisogno, cioè la sensazione del dolore, è il pungolo, col quale la natura scuote l’uomo e lo desta da quell’indolente stato di vegetazione, in cui senza quella giacerebbe. Paradosso poco consolante si è questo, che sempre il dolore preceda al piacere, e che per necessità bisogna rendere una società prima infelice per renderla colta dappoi. Ma noi Europei abbiam già fatto bastantemente pagare questo fatal tributo ai nostri antenati, e possiam consolarci coi progressi che andiam facendo nella coltura, e goderne i beni, e moltiplicarli, quanto lo possono essere; il che sarà sempre l’opera d’un illuminato Legislatore. L’eccesso dei bisogni sopra il potere è la misura della infelicità dell’uomo non meno


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