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altre vie quella popolazione, che risparmia alla Campagna. Non ogni coltura poi conviene ad ogni terreno, anzi la qualità del fondo ella è quella, che la determina. Una Legislazione adunque, che anche indirettamente vi si opponesse senza il debito riguardo a questa essenzialissima circostanza, sarebbe cattiva, perchè diminuirebbe effettivamente quella riproduzione, che si vorrebbe aumentata.

Pare che l’Autore voglia col secondo Canone proscritte le irrigazioni; alle quali attribuisce i vapori, e le esalazioni, che rendono l’aria insalubre, e le gradini, che devastano le Campagne. Quanto alla seconda parte, quand’anche si volessero ritenere le irrigazioni per l’unica cagione delle nebbie, e delle grandini, dalle quali per altro non vanno esenti i Paesi che non le conoscono, ella è tele utilità che procurano coll’assicurare e col moltiplicare i prodotti, che basterebbe per compensare a cento doppj questo piccolo danno. Senza il riso, il lino, il fieno, ed il grano turco l’Agricoltura: e la sussistenza istessa sarebbe certamente molto più precaria, e ridotta a pochi oggetti si risentirebbe troppo facilmente, e troppo sensibilmente delle variazioni che potessero sopravvenire ne’ prezzi, e nelle ricerche. Quanto alla prima poi non so, se le esalazioni cagionate dille irrigazioni sieno maggiori, e più nocive di quelle che sarebbon sortite dalle acque stagnanti, e dai terreni umidi, freddi, e paludosi, che l’industria e l’arte ha saputo essiccare per derivarne


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