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lo che quest’ultima non risenta i mali del tributo, quando il di lui difetto è originato dalla sproporzione colle forze dei contribuenti. Nè potrà il terriere giammai conguagliare sulla nazione il gravoso tributo impostogli, tosto che la nazione possa ricevere le derrate anche da estero paese: essendo che qualora il terriere volesse risarcirli vendendo a più caro prezzo il grano, il vino, l’olio, ec. che gli producono i suoi fondi, non potrebbe eccedere un dato limite, altrimenti il negoziante introdurrebbe da paesi esteri le medesime derrate, e forzerebbe il proprietario terriere a ribassare. Si osservi in tal proposito, che anzi se lo Stato confinasse con un paese fertile, e in cui il tributo sulle terre fosse leggiero, tutte le derrate estere entrandovi senza alcun tributo verrebbero ad avere la preferenza, ammeno che il proprietario delle terre nazionali non ribassi al loro livello il prezzo delle derrate nazionali; e così il tributo nuovamente imposto sulle terre ricaderebbe in una costante diminuzione di ricchezza del terriere, sia nella rendita annua, sia nella vendita che volesse fare dei fondi. In uno Stato estero e grande questo inconveniente non si farà sentire, se non verso i confini; ma in una


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