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ficile l’industria de’ Cittadini; di costipare nelle mani di pochi le arti, e i diversi rami del Commercio; di soggettare i manifattori e i mercanti ai pesi di diverse tasse, e di tenere sempre al livello della mediocrità, e talora anche al di sotto, ogni manifattura. Liti incessanti fra corpo e corpo, e fra corpo e membri; spese voluttuarie e vane fatte dalla cassa comune, le quali ricadono a peso di ciascun individuo; perdite di tempo per inutili formalità, e capricciosi officj; espilazione talvolta dei piccioli magistrati di quelle ridicole Repubbliche; rivalità, odj, guerre contro chiunque ardisca di essere più esperto, o più industrioso. Tale è la scena che rappresentano ordinariamente questi corpi, esaminati che siano da vicino. Uno spirito di lega e di monipolio gli anima, per cui tendono a stringere nel minor ceto che possono l’utile del loro commercio; ed ecco come anche dagli effetti si trovi, quanto vane fossero le speranze che si ebbero nella loro istituzione.

L’esame ch’essi fanno degli alunni si riduce a un tributo ordinariamente, dal che un abile e povero Cittadino viene ridotto o ad abbandonare la patria, o a rivolgersi


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