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proibizioni assolute, per compensare il difetto della concorrenza interna. Ma questi non sono oggetti, che si possano determinare con precisione con massime generali, dovendosi nell’applicazione aver riguardo alla qualità dell’Arte, e Manifattura, che si vuol introdurre, alla facilità d’introdurla, al dispendio, alla di lei importanza, relazioni, e segnatamente osservare non solo se questa sia già introdotta nello Stato, ma se possa in qualche maniera pregiudicare ad altre manifatture analoghe a quella, che si vuole stabilire. Convengo però, che il termine della privativa deve essere in ogni caso il più corto che sia possibile, e quando siensi accordate si debbono religiosamente mantenere, se non si voglia compromettere la pubblica fede, e disanimare per sempre l’industria da nuovi tentativi. Egli è difficile il determinare il correspettivo anche volendole sciogliere a termini di ragione, è talvolta molto incerto l’utile, che se ne può conseguire, e lascia sempre nel pubblico una spezie di diffidenza sempre fatale alla prosperità del Commercio, e delle manifatture.

Molto si potrebbe dire anche su ciò, che il nostro Autore accenna in questo stesso Capitolo rispetto a certe fabbriche, e manifatture, ch’egli chiama prepotenti. Egli le vorrebbe suddivise, e distribuite in più mani, ed ha ragione fino ad un certo segno; ma le manifatture complicate di lusso, e di disegno difficilmente pro­spereranno abbandonate ad un piccolo fabbrica-


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