Pagina:Versi di Giuseppe Giusti.djvu/102

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78 l'incoronazione.


D’Arpie poi scese una diversa pêste
     Nel santuario a dar l’ultimo sacco:
     O vendetta d’Iddio! pesta il Cosacco
                                        Di Pier la veste.

O destinato a mantener vivace
     Dell’albero di Cristo il santo stelo,
     La ricca povertà dell’Evangelo
                                        Riprendi in pace.

Strazii altri il corpo; non voler tu l’alma
     Calcarci a terra col tuo doppio giogo:
     Se muor la speme che al di là del rogo
                                        S’affisa in calma,

Vedi sgomento ruinare al fondo
     D’ogni miseria l’uom che più non crede;
     Ahi! vedi in traccia di novella fede
                                        Smarrirsi il mondo.

Tu sotto l’ombra di modesti panni
     I dubitanti miseri raccogli:
     Prima a te stesso la maschera togli,
                                        Quindi ai tiranni.

Che se pur badi a vender l’anatema,
     E il labbro accosti al vaso dei potenti,
     Ben altra voce all’affollate genti:
                                        « Quel diadema

» Non è, non è, (dirà) de’ santi chiodi,
     » Come diffuse popolar delirio:
     » Cristo l’armi non dà del suo martirio
                                        » Per tesser frodi.

» Del vomere non è per cui risuona
     » Alta la fama degli antichi Padri:
     » È settentrïonal spada di ladri,
                                        » Tôrta in corona.