E poi quell’abito
Roso e scucito;
Quel tu alla Quacchera
Di primo acchito,
Virtù di vergine
Labbro in quegli anni,
Che poi stuprandosi
Co’ disinganni,
Mentisce armato
D’un lei gelato!
In questo secolo
Vano e banchiere
Che più dell’essere
Conta il parere,
Quel gusto cinico
Che avea ciascuno
Di farsi povero,
Trito e digiuno
Senza vergogna,
Chi se lo sogna?
O giorni, o placide
Sere sfumate
In risa, in celie
Continuate!
Che pro, che gioia
Reca una vita
D’epoca in epoca
Non mai mentita!
Sempre i cervelli
Come i capelli!