Pagina:Versi di Giuseppe Giusti.djvu/234

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210 gingillino.


               O Nibbi vaganti
                    Stecchiti di fame,
                    O Corvi anelanti
                    Al nostro carcame;

               Sparvieri, calate,
                    Calate, Avvoltoi;
                    Pappate, pappate;
                    Si scanna per voi:

               Ma intanto, brigata,
                    Udite la Strega
                    Che dà l’imbeccata
                    Al vostro collega: —



Che bisogna scansare i liberali,
     I giovani d’ingegno, i mal veduti;
     Non chiacchierar di libri e di giornali,
     Come non visti mai nè conosciuti;
     Chiuder l’animo a tutti e stare a sè,
     So di buon luogo che lo sai da te.

Questo appartiene all’arte del non fare,
     E in quest’arte sei vecchio e ti conosco;
     E sarebbe, il volertela insegnare,
     Portar acqua alla fonte e legne al bosco:
     Ora all’ingegno tuo bene avviato
     Resta l’altra metà del noviziato.

Prima di tutto incurva la persona,
     Personifica in te la reverenza;
     Insaccati una giubba alla carlona,
     E piglia per modello un’Eccellenza:
     In questo caso l’abito fa il monaco,
     E il muro si conosce dall’intonaco.