Pagina:Versi di Giuseppe Giusti.djvu/98

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74 il sospiro dell'anima.


» Però la mente tua, quando si cessa
     Dall’opre e dalle cure aspre del giorno,
     Ama, tutto tacendo a lei d’intorno,
     In quel silenzio ricercar sè stessa.
          E all’azzurro sereno, al puro lume
     Degli astri intendi l’occhio lagrimoso.
     Come augelletto dall’inferme piume
     Appiè dell’arboscel del suo riposo.

» Quest’ardito desio, vago, indistinto,
     È una parte di te, di te migliore,
     Che sdegnando dei sensi il laberinto,
     Anela un filo a uscir di breve errore;
          Come germe che innanzi primavera
     Dell’involucro suo tenta la scorza,
     Impazïente s’agita, e la vera
     Sentita patria conseguir si sforza.

» Però t’incresce il dolce aere e la terra
     Ch’ogni mortal vaghezza addietro lassa,
     E raro spunta dall’interna guerra
     Riso che sfiora il labbro e al cor non passa.
          Gli aspetti di quaggiù perdon virtute
     Delle pensate cose al paragone,
     E Dio, centro di luce e di salute,
     Ne risospinge a sè con questo sprone.

» Onde gl’inni di lode e il fiero scherno
     Che del vizio si fa ludibrio e scena,
     Muovon da occulta idea del bello eterno
     Come due rivi d’una stessa vena.
          Questo drizzar la vela a ignota riva,
     Questo adirarsi d’una vita oscura
     E la lieta virtù che ne deriva,
     Son larve, di lor vero arra e figura.»